E-gold, niente startup, solo riciclaggio di denaro

E-gold, niente startup, solo riciclaggio di denaro

Il discusso sistema di pagamento soccombe sotto le accuse di riciclaggio della giustizia americana. I responsabili ammettono le loro colpe. Rischiano anni di galera
Il discusso sistema di pagamento soccombe sotto le accuse di riciclaggio della giustizia americana. I responsabili ammettono le loro colpe. Rischiano anni di galera

Sistema per favorire passaggi di denaro sporco o simbolo di libertà nelle transazioni finanziarie sul web? Quel che è certo, è che i dubbi su e-gold , la valuta telematica che nelle intenzioni dei promotori sarebbe dovuta divenire uno strumento privilegiato per il commercio elettronico, se li è tolti il Dipartimento di Giustizia USA, accogliendo le ammissioni di colpevolezza pronunciate dai tre principali responsabili dell’azienda e-gold, indagati da tempo per le proprie attività.

Douglas Jackson, Reid Jackson e Barry Downey hanno ammesso di essere coinvolti, per mezzo della società che gestiscono, in operazioni di riciclaggio di denaro , attività finanziarie illecite o funzionali al sovvenzionamento di veri e propri crimini, non solo di natura economica.

Secondo le accuse, e-gold operava nel business delle transazioni senza avere la dovuta autorizzazione governativa. La società offriva – e offre tutt’ora – la possibilità di acquistare un certo quantitativo dell’oro in suo possesso, trasformando il valore corrispondente in titoli di credito da spendere sul web sui servizi di e-commerce convenzionati o da scambiare con gli altri partecipanti al sistema.

Un sistema, sintetizza Mashable , complesso nei principi ma piuttosto concreto nei risultati. Talmente concreto da essere diventato il terreno prediletto di iniziative di marketing multi-livello ma anche di un tipo di truffa finanziaria nota come schema di Ponzi .

In tutti i casi, questo il problema principale di e-gold, non era richiesto alcun obbligo di identificazione personale da parte del “socio” all’atto dell’iscrizione, condizione che ha appunto permesso la proliferazione delle attività illegali richiamate dal DoJ statunitense.

Lo stesso Douglas Jackson ammette , dopo la dichiarazione di colpevolezza, che il sistema è fallato, rende difficile espellere gli utenti e annuncia nel contempo modifiche all’accordo che è necessario sottoscrivere per partecipare al circuito di scambio sostenuto dall’oro.

E-gold, che rappresenta uno dei pochi concorrenti ad essere sopravvissuti, bene o male – probabilmente a causa della politica lassista nei confronti delle attività finanziarie illecite, sostiene ancora Mashable – alla strozzatura del mercato delle transazioni operata dal semimonopolio di PayPal, si preparerebbe nonostante tutto a un “nuovo inizio”, dice Jackson.

Per ora la società ha acconsentito al pagamento forfetario di 1,75 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia. Douglas Jackson rischia fino a 25 di anni di carcere e una multa di 750mila dollari, mentre Downey e Reid Jackson di anni al fresco ne rischiano 5, più una multa di 25mila dollari ciascuno.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
23 lug 2008
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