Openmoko è Unveiled

Openmoko è Unveiled

di Leonardo Maccari - Incontro ravvicinato con il progetto aperto, che introduce nuovi criteri di sviluppo in un settore tradizionalmente blindato. La comunità Openmoko, poi, è vivacissima
di Leonardo Maccari - Incontro ravvicinato con il progetto aperto, che introduce nuovi criteri di sviluppo in un settore tradizionalmente blindato. La comunità Openmoko, poi, è vivacissima

Roma – È da quasi una settimana che sono un felice possessore di un Openmoko Freerunner , un telefono cellulare sviluppato con un approccio il più possibile aperto. Il Freerunner non è un prodotto pronto per il mercato di massa, ma nella sua attuale incarnazione è un prodotto che sembra offrire il supporto hardware per poter essere funzionale al 100% se supportato da un sistema operativo maturo. Le caratteristiche tecniche sono note :

il dispositivo – GSM/GPRS, niente UMTS o EDGE
– un processore ARM a 400 MHz, memoria flash integrata di 256M e SDRAM di 128M
– un ricevitore GPS (con antenna interna e ingresso per antenna esterna)
– due accelerometri
– uno slot MicroSD (con una scheda da 512 in dotazione)
– Bluetooth e WiFi
– uno schermo LCD 480×640
– USB 1.1 host

Per quello che riguarda il software, invece, bisogna fare un po’ più di fatica per capire la direzione presa dagli sviluppatori. Il progetto è partito utilizzando GTK e un suo stack di applicazioni. Col tempo gli sviluppatori e la comunità hanno arricchito il sistema operativo di programmi basati sulle librerie GTK fino a produrre la distribuzione “2007.2”. È la versione di openmoko che è preinstallata nel cellulare.

l'applicativo di dialing Ultimamente gli sviluppatori hanno cambiato rotta; 2007.2 è sempre supportato e aggiornato ma lo sviluppo si è spostato verso una piattaforma basata su Qtopia. Qtopia è un SO Linux based (rilasciato con doppia licenza GPL e proprietaria) che equipaggia diversi prodotti commerciali, può essere installato su Openmoko, ma non supporta GTK. Per quanto sia un progetto più maturo, non è un sistema di per sé completo ma viene generalmente reingegnerizzato dai singoli produttori di cellulari per renderlo più aderente alle proprie esigenze. Gli sviluppatori di Openmoko ne stanno creando una versione ibridata che supporti X11, le librerie EFL di Enlightenment e, a quanto pare, anche GTK.

Questo stack di applicazioni, lo stack ASU, è ancora sotto sviluppo, non è del tutto utilizzabile ma promette bene, se volete provarlo potete trovare una emulazione in flash qui . Infine, esiste un terzo stack, l’FSO, che è agli inizi e dovrebbe fornire supporto per lo standard definito dalla open framework initative (un tentativo ancora embrionale di produrre un framework comune per i vari dispositivi mobili basati su Linux). Il risultato è che quando il cellulare arriva a casa lo aggiornate e vi trovate un SO che funziona, ma che non sarà quello usato nelle prossime versioni mentre le versioni future sono ancora immature, ma attivamente sotto sviluppo. Questa situazione è molto fluida, la stabilità dei software cambia di giorno in giorno e non è facile trovare tutte le informazioni sul wiki, che non sempre riesce a stare dietro agli aggiornamenti.

Prima di entrare nei dettagli di come funziona il telefono, voglio spendere qualche parola sulla comunità. Sono iscritto ad alcune liste e nel giro di pochi giorni ho visto passare centinaia di email, a testimonianza di una comunità grande ed attiva. Inoltre le liste sono sempre frequentate anche dagli sviluppatori del progetto ed in alcuni casi i problemi vengono risolti con una forte collaborazione con gli utenti. Sicuramente in questo momento non è un progetto facile da interpretare, ma c’è un grande fermento ed un approccio aperto.

Veniamo all’oggetto stesso, e cominciamo con le cose più scomode. Visto che si trovano online delle recensioni abbastanza dettagliate, io vorrei soffermarmi di più sull’esperienza da utente e su quelle informazioni che sono più difficili da reperire. In primo luogo le SIM: pare che il produttore del chip GSM non rilasci un aggiornamento del firmware utilizzabile per risolvere alcune incompatibilità con le SIM che supportano 3G. Io ho provato senza successo con una TIM vecchia di un anno e con una Vodafone, mentre non ho avuto problemi con una SIM Wind e con una TIM appena comprata.

Il fatto che una SIM nuova funzioni senza problemi è incoraggiante, ma se avete intenzione di prendervi un Openmoko il consiglio è di contattare qualcuno nella lista dei groupsales italiana. Molti utenti hanno già ricevuto e distribuito i primi stock, quindi vi potranno aiutare per avere informazioni sul vostro operatore.

L’altro tasto dolente è la gestione dell’energia, il cellulare in stand-by non dura più di una decina di ore acceso. La nota positiva è che nella lista ci sono persone che sono riuscite a fare circa sei ore di telefonata consecutiva, il che lascia intuire che il problema non è nella batteria ma nella gestione energetica. In questo momento infatti è quasi del tutto assente ed è uno dei temi su cui lavorano gli sviluppatori. Stando alle informazioni sul wiki, in futuro ci si aspetta di ottenere una settimana in stand-by, 6 ore di chiamata o 20 di ascolto mp3.

Un altro tema di sviluppo attivo è la qualità delle telefonate, che per alcuni (a seconda del gestore e della nazione) sono un po’ rumorose. Il disturbo è percepito solo dall’altro capo della chiamata per telefonate verso un altro cellulare e può essere ulteriormente fastidioso se la chiamata avviene in ambienti rumorosi. Dal lato del software, il SO 2007.2 è quello con più applicazioni disponibili, quindi più ricco di possibilità. Oltre alle normali applicazioni per inviare e ricevere SMS, telefonare, e per la gestione della rubrica c’è una suite di PIM con calendario e Tasks, un mediaplayer e una decina di giochi.

il calendario

L’applicazione più carina è forse TangoGPS che scarica le mappe in tempo reale da openstreetmap (possono essere tenute in cache), e aggiorna la posizione sulla mappa, oltre a tenere traccia dei dati del viaggio.

Manca completamente un pannello di controllo con cui gestire le impostazioni del telefono, quindi per il momento per cambiare le impostazioni è necessario usare il terminale (si, c’è un terminale con bash) o una connessione remota ssh. Alcune delle applicazioni sono state sviluppate grazie al Google Summer of Code, quindi sono ancora work in progress (ad esempio il browser o il media player).

home

Per darvi un’idea delle potenzialità, questa applicazione ancora del tutto sperimentale potrebbe essere utilizzata in futuro per introdurre delle gestures , ovvero dei comandi dati al cellulare muovendo il cellulare stesso e percependo la posizione con gli accelerometri.

L’impressione generale è che tutto sia molto in divenire, le applicazioni sono ancora piuttosto instabili e alle volte costringono l’utente a fare operazioni un po’ contorte per arrivare al suo scopo.

il dispositivo Nel valutare questo progetto è importante capire che è giovanissimo, i primi apparati oltre a quelli di sviluppo sono stati venduti a partire dall’inizio di luglio, quindi la comunità ha a disposizione il telefono da poche settimane.

Nel complesso, quindi, il Frerunner non è ancora pronto per chi ne ha bisogno in un ambiente di produzione, ma migliora di giorno in giorno e la comunità è molto recettiva. Tutte le persone che hanno comprato il Freerunner con cui ho avuto modo di parlare lo sapevano fin dall’inizio, ma hanno speso volentieri i loro soldi. C’è infatti un clima simile a quello che si respirava qualche anno fa quando per far funzionare il server grafico di una distribuzione Debian bisognava perdere una settimana dietro a file di configurazione più o meno esoterici. Tutti quelli che hanno investito 300 euro non l’hanno fatto per avere qualcosa di meglio di un iPhone, ma per contribuire ad un progetto che mira a liberare i cellulari, ovvero restituire all’utente il pieno controllo sul suo telefono.

Leonardo Maccari
Il blog di Leonardo

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Pubblicato il
29 lug 2008
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