Washington bacchetta la censura antirazzista

Washington bacchetta la censura antirazzista

L'Amministrazione Bush non intende sottoscrivere il Protocollo europeo che vuole mettere fuorilegge siti e contenuti razzisti e xenofobi. Una vittoria per la libertà di parola
L'Amministrazione Bush non intende sottoscrivere il Protocollo europeo che vuole mettere fuorilegge siti e contenuti razzisti e xenofobi. Una vittoria per la libertà di parola


Roma – Arriva da Washington una notizia attesa da molti: l’amministrazione americana che ha sottoscritto la Convenzione contro il cybercrime non ha alcuna intenzione di sottoscrivere anche il Protocollo aggiuntivo proposto nei giorni scorsi, un protocollo che punta a mettere fuorilegge siti inneggianti alla xenofobia o pubblicazioni razziste online. Normative di così ampia portata da aver suscitato polemiche e perplessità anche nel Vecchio Continente.

Un portavoce del ministero della Giustizia statunitense ha spiegato che “è importante capire che gli USA non possono sottoscrivere alcun trattato internazionale che violi i propri dettami costituzionali”. La Costituzione americana, infatti, ha tra i valori fondanti, contenuti nel Primo Emendamento, la protezione della libertà di parola, anche quando questa risulti odiosa o scomoda. Un dettame costituzionale che non si ritrova con la stessa chiarezza nelle carte fondamentali di molti paesi occidentali…

Le autorità americane hanno tenuto a sottolineare come in diverse sentenze la Corte Suprema degli Stati Uniti abbia già dichiarato che certe pubblicazioni, come le espressioni del razzismo e di incitamento all’odio, sono legittime in quanto protette proprio da quell’emendamento.

L’amministrazione ha comunque chiarito che non firmare il Protocollo non significa in alcun modo pregiudicare la Convenzione sul cybercrime, “trattandosi di due firme diverse indipendenti l’una dall’altra”.

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Pubblicato il
19 nov 2002
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