La polizia canadese usa troppo il taser

La polizia canadese usa troppo il taser

Le armi definite non letali continuano a far discutere: uno studio indipendente ha rilevato una certa tendenza di talune forze dell'ordine canadesi ad affidarsi troppo alle informazioni fornite dalla stessa società produttrice
Le armi definite non letali continuano a far discutere: uno studio indipendente ha rilevato una certa tendenza di talune forze dell'ordine canadesi ad affidarsi troppo alle informazioni fornite dalla stessa società produttrice

La Royal Canadian Mounted Police (RCMP) si ritrova spesso e volentieri a operare in zone rurali e isolate del territorio canadese, ed è per questo che i prodotti Taser rappresentano un utile alleato per sbrogliare situazioni pericolose ed evitare l’utilizzo di armi da fuoco. Ma la Gendarmeria a Cavallo del Nordamerica pare tenda a esagerare, fidandosi un po’ troppo delle informazioni fornite al corpo direttamente dalla società produttrice.

È quanto emerge da una revisione delle pratiche della RCMP, svolta da un gruppo di consulenti indipendenti e mirata appunto ad analizzare l’impiego delle “conducted energy weapons” (CEW) da parte del più grande corpo di polizia del Canada.

Lo studio, completato a giugno ma reso pubblico solo negli ultimi giorni, ha individuato “un eccesso di fiducia sulle ricerche condotte dai produttori (dei taser) e/o la visione dei corpi di polizia che si basa esclusivamente sulle ricerche condotte o sponsorizzate dalle società produttrici”. “Sebbene ai produttori sia comprensibilmente richiesto di fornire (o di avere la facoltà di farlo) informazioni ai potenziali clienti come parte dei propri sforzi di marketing e di promozione – continua lo studio – le policy comunitarie prevedono di mostrarsi assidui nel valutare l’informazione dei produttori”.

Taser difende da sempre il proprio prodotto come uno strumento sicuro e privo di rischi per la salute delle persone, portando a testimonianza delle sue tesi alcune teorie discusse come quella dell’ excited delirium a giustificazione della scia di morti “ignote” seguenti al lavoro di immobilizzazione con le pistole stordenti, come nel caso clamoroso del decesso quasi in diretta di Robert Dziekanski.

Excited delirium? “Folklore” sostengono gli studiosi canadesi, mettendo in discussione ancora una volta la supposta sicurezza dei Taser – violentemente difesa dalla società produttrice a suon di avvocati contro chiunque osi infangare il buon nome dell’azienda.

La RCMP, continua lo studio, avrebbe dovuto consultarsi estensivamente con le associazioni mediche nazionali piuttosto che fare affidamento su conoscenze pratiche affidate agli stessi ufficiali di polizia che avevano familiarità con i taser.

La questione dell’utilizzo delle stun gun da parte della Gendarmeria canadese è importante in virtù del fatto che, al contrario degli altri corpi di polizia dove essa riguarda solo gli ufficiali più alti in grado, l’intero corpo dei 9.000 poliziotti a cavallo viene addestrato a utilizzare i Taser .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 set 2008
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