RIAA: quel blog turba l'umore dei nostri soci

RIAA: quel blog turba l'umore dei nostri soci

I discografici non ne possono più del blog anti-RIAA, sempre puntuale nel pubblicare le ragioni degli utenti P2P. Quel blog - dice RIAA - è vessatorio
I discografici non ne possono più del blog anti-RIAA, sempre puntuale nel pubblicare le ragioni degli utenti P2P. Quel blog - dice RIAA - è vessatorio

Dopo aver imbastito oltre 30mila cause contro gli utenti del file sharing (anche contro quelli risultati poi innocenti), aver trascinato in tribunale i morti, le ragazzine di 11 anni e aver speso una quantità indubbiamente notevole di denaro nella sua guerra per la difesa del copyright , RIAA sente il peso dei nervi e comincia ad accusare gli avvocati difensori di propaganda vessatoria contro le legittime richieste di risarcimento dei propri soci.

Ray Beckerman ha davvero esagerato, dice RIAA, con il suo blog “anti-industria discografica” Recording Industry vs The People , un blog che ha pubblicato, con puntualità e completezza di informazioni, “virtualmente ognuna delle sue mozioni prive di fondamento, cercando di sostenere la sua campagna di pubbliche relazioni e di ostacolare il querelante” fin dal 2004 per uno dei casi più celebri di scontro sulla condivisione online.

Gli avvocati delle major si riferiscono a un caso in particolare, ma il loro giudizio sull’attività del notissimo blog di Beckerman coinvolge inevitabilmente il resto delle vicende legali a cui l’avvocato ha preso parte, non ultima quella che ha visto trionfare Tanya Andersen sulla stessa RIAA, incapace di provare una condotta criminale della donna che pure è stata accusata e trascinata in tribunale.

Secondo l’opinione di Lory Lybeck, avvocato di Washington che promuove l’istituzione di una class action contro quello che considera l’abuso del ricorso alle denunce da parte di RIAA, l’ultima uscita delle suddette major non può non essere presa con ironia , non può che essere una boutade.

“L’intera loro campagna fondata su 30mila cause procede allo scopo di condizionare l’opinione pubblica, affidandosi ad un principio di base secondo cui si può eseguire una inchiesta illegale condotta da investigatori senza licenza e poi far seguire il tutto da una lettera di minacce” commenta Lybeck, sostenendo inoltre che l’avvocato Beckerman non fa altro che condurre coerentemente e nel migliore dei modi possibili la difesa degli interessi dei propri clienti .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 set 2008
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