Roma – I backbone che collegano il mondo telematico e consentono ai cittadini della rete di farne un uso pressoché globale ora hanno un nuovo amico : si chiama “Trans-Pacific Express” ed è un festone di 18mila chilometri nel Pacifico con una capacità di 6 terabit al secondo.
Il cavo sottomarino collega, in particolare, Cina e Stati Uniti, servendo contestualmente anche Taiwan e Corea del Sud, e rispondendo così ad una richiesta imperativa e sempre più urgente di maggiori capacità di banda.
L’opera è costata 500 milioni di dollari ed è il frutto di uno sforzo coordinato di sei diverse società di telecomunicazioni: l’americana Verizon, la taiwanese Chungwa, la sudcoreana KT e le cinesi China Telecom, China Netcom e China Unicom. Al consorzio sono anche legati in qualità di partner giganti come la statunitense AT&T e la giapponese NTT.
Tra i problemi che il nuovo “Express” risolve anche quelli creati nel 2006 dal terremoto nei pressi di Taiwan, che portò alla distruzione di una quantità di infrastrutture di connessione.