PSX, modifica e masterizzatori

PSX, modifica e masterizzatori

di L. Schiavoni. Qualcuno lo chiama reverse engeneering, io lo chiamo: il frigo è mio e ci faccio quello che mi pare
di L. Schiavoni. Qualcuno lo chiama reverse engeneering, io lo chiamo: il frigo è mio e ci faccio quello che mi pare


Roma – Sony vieta la modifica della Playstation e leggendo le reazioni alla notizia sui forum di Punto Informatico il mio unico commento di una sola parola, stimolato da alcuni degli interventi, è questo: “Assurdo”.

Mi ripeto “assurdo” entrando nel bagno (il mio bagno) e lavandomi i denti (i miei denti) e poi asciugandomi i capelli con il mio phon. Me lo ripeto entrando in cucina e aprendo il mio frigo, e bevendo la mia bibita per poi lavare il bicchiere nella mia lavapiatti mentre metto a scaldare nel mio microonde un toast. Il concetto di “mio” è uno dei fondamenti del consumismo, comprare significa possedere, possedere significa poter avere a disposizione qualcosa a proprio piacimento, perché passa di proprietà, dall’azienda che la produce a me, e diventa mia.

Questo è oggi un concetto che non si tocca. Siamo ancora lontani dal teletrasporto, dai replicatori e da altre tecnologie che un giorno verranno usate per migliorare la vita degli individui. Non siamo ancora su un astronave di Star Trek ma siamo invece ben ancorati al Pianeta Terra.

Scrive un lettore di PI che si firma Luca come me: “Se io compro un frigorifero e voglio trasformarlo in una stufa a ghiaccio o in un frigo a legna, chi me lo impedisce?”

Teoricamente nessuno, a meno che i produttori non riescano a far approvare una legge che dica: “Vietato trasformare frigoriferi in stufe a ghiaccio”. O ancora meglio, provo a trasformarla in politichese: “E ‘ vietato trasformare macchinari elettrici ed elettronici ad uso domestico e professionale per modificarne la destinazione d’uso”.

Sarebbe una legge a tutela delle industrie, perché se tutti si mettessero per assurdo ad usare il frigorifero come stufe, l’industria delle stufe e/o quella dei frigoriferi sparirebbe. E mi sembra probabile oggi che un colosso industriale come Sony non trovi difficoltà a “vietare” la modifica della Playstation o comunque a riuscire ad associare l’idea di “modifica hardware” alla pirateria.

La chiave è proprio nel concetto di pirateria, un concetto semplice, ormai acquisito dai potenti di turno come qualcosa da combattere a qualsiasi costo. L’origine di tutti i mali. Anche se i paradossi e la funzione che spesso svolge nel decidere il successo di un prodotto non entrano mai nelle discussioni e nelle statistiche ufficiali.


Per capirci: è semplicemente paradossale che si dichiari in pompa magna che Internet Explorer è il più diffuso browser al mondo e non si dica mai che questo dato va di pari passo con la straordinaria percentuale di Windows “illegali” installati sui computer che utilizzano quel browser.

Windows comprende Internet Explorer, che lo si voglia o no (lo ricordo per i pochissimi che usano altri sistemi e non conoscono questa realtà), e Windows è un software copiabile da chiunque, nella più semplice delle maniere. Non servono crack, stratagemmi, trucchi, manipolazioni, giri di parole. Basta fare una copia del CD (o dei dischetti, fino a qualche anno fa nell’era pre W95).

Internet Explorer è quindi il browser più diffuso anche perché tantissimi lo usano illegalmente su sistemi operativi illegali. Che anche la Playstation sia stata favorita ed avvantaggiata nella sua diffusione internazionale grazie alla pirateria è innegabile, ed è sotto gli occhi di tutti.

Far fare la modifica alla Playstation, che consente di poter giocare CD pirata e non solo, è una pratica talmente diffusa da rappresentare la regola, non l’eccezione. Questa è una verità che Sony certo non ignora, ma il modo in cui sceglie di non ignorarla appare assurdo, e ricorda le reazioni della RIAA (nella quale Sony è presente con ben cinque diverse aziende) di fronte al fenomeno file-sharing/Napster.

E ‘ una posizione assurda, e deve preoccupare tutti, perché si scaglia contro un concetto, quello di proprietà, di acquisto e di utilizzo, che non può, non a queste condizioni, essere messo in dubbio o in discussione.

Il PC è mio e me lo gestisco io, la PSX è mia e la apro col cacciavite e giro tutti i pirolini che ci stanno dentro, ci stacco i pezzi finchè non funziona. Perdo la garanzia? Ne prendo un altra e ricomincio.

“Vietare” la modifica PSX è il solo segnale palese di un industria alla canna del gas, che non sa più cosa fare per far sentire la sua presenza in un mercato che corre e fa circolare sempre più denaro solo perchè gli utenti si sentono liberi di poter fare quel che vogliono con quello che comprano.

Copiare, distribuire ed utilizzare software e games pirata è già illegale! Da sempre, e mentre giro per siti che vendono copie in Cd di qualsiasi cosa (da film in Divx a giochi PSX, a Cd audio) un dubbio mi tormenta e mi arrovella.


Possibile che la Sony quando concepì la Playstation (e nel casotto affianco progettava i primi masterizzatori casalinghi) non abbia previsto che le due cose, insieme, potevano generare e favorire la pirateria? Possibile che nessun tecnico abbia pensato: “Usiamo un supporto diverso, usiamo un cubo di plastica verde con un circuito tanto li venderemo in milioni di copie e i costi si ammortizzano”? Possibile che una console a diffusione planetaria utilizzi come supporto per i propri giochi un disco copiabile in casa con un attrezzatura disponibile a tutti? E i giochi su Dvd della Play2 seguiranno la stessa sorte.. La storia si ripete…

Infatti in tutto questo, incredibilmente, solo una cosa rimane intoccabile, irremovibile e legale: la vendita di masterizzatori.

E ‘ di ieri la notizia dell’uscita di un nuovo gioellino hi-tech chiamato Digital Relay, che legge e scrive Cd Audio e Cd pieni di Mp3. Ovvero legge Cd-Rom da mille lire, li riempie masterizzandoli di audio ed Mp3 via Usb. Lo produce la Sony.

A fronte di questo, non esiste alcuna battaglia contro i masterizzatori, nessun politico si è mai schierato contro i masterizzatori, la Carrà non piange per chi usa i masterizzatori (ma nel 2001 strilla: “Non usate il Napster!” ) né la Sony -che li produce – ha mai smesso di venderli e crearne di nuovi e performanti e addirittura, oggi, da portare a spasso e ascoltare gli Mp3.

Eppure, cavoli, basterebbe rendere illegali quelli… Supporti alternativi per la memorizzazione di dati ne esistono a decine differenti, ma in colpo solo PSX, Windows e tante altre cose che circolano così facilmente su quei dischetti dorati che costano 1000 lire e che funzionano su tanti sistemi diversi (console, hi-fi, auto, computer etc) circolerebbero meno facilmente.

Ora, con un semplice masterizzatore, chiunque è in grado di duplicare programmi, audio, e giochi PSX. Non è strano? Non è buffo che questo sia messo a disposizione di tutti perdipiù a poco prezzo?

Al bando masterizzatori e Cd registrabili, che sono in vendita nei supermercati ma non sono criminalizzati. La sentiremo mai questa notizia, questa soluzione così semplice? No. E perché no?

Luca Schiavoni

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Pubblicato il 7 mar 2001
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