ISO vuole cambiare ODF

ISO vuole cambiare ODF

La commissione incaricata scrive a OASIS: chiede maggiori garanzie sullo sviluppo del formato. Infuria la polemica, tra dimissioni e rivelazioni
La commissione incaricata scrive a OASIS: chiede maggiori garanzie sullo sviluppo del formato. Infuria la polemica, tra dimissioni e rivelazioni

Chi controllerà ODF? Lo farà OASIS, vale a dire chi ha coccolato e costruito mattone su mattone lo standard, o la commissione ISO/IEC che ne ha certificato lo status? Tutto ruota attorno alle procedure di manutenzione del formato : giudicate inappropriate dal comitato SC 34, lo stesso che ha dato il via libera a OOXML, e che dunque potrebbe avocare a sé il controllo. Anche se c’è già chi sospetta che si tratti di una manovra squisitamente politica.

Durante l’ultima riunione della commissione, una richiesta formale è stata inoltrata per conoscere nel dettaglio quali procedure siano state poste in essere, e quali lo saranno, per consentire l’aderenza di ODF alle specifiche dello standard ISO e il suo aggiornamento in seguito alle segnalazioni di errori o imprecisioni. Il problema sarebbe garantire l’interoperabilità tra lo standard ISO/IEC 26300 e gli altri varati dalla stessa commissione, tra cui figura ovviamente anche OOXML (ISO/IEC 29500).

Sulle pagine di Groklaw , tuttavia, infuria la polemica : la lista dei componenti del comitato SC 34 viene affiancata alla loro provenienza e ad un conseguente presunto allineamento a strategie filo-commerciali. Secondo quanto riportato, 10 dei 19 componenti della commissione sarebbero dipendenti Microsoft o consulenti della stessa azienda, oppure membri ECMA (l’istituto che ha promosso la procedura di standardizzazione per OOXML), perciò in qualche modo parziali nella vicenda che vede confrontarsi i due formati.

Il problema, prosegue l’autore dell’articolo, è che se le procedure di manutenzione di ODF sono insufficienti, quelle di OOXML sarebbero al momento ancor più deficitarie: in tal senso viene tirato in ballo l’ormai famigerato Ballot Resolution Meeting dello scorso febbraio, durante il quale erano state evidenziate un certo numero di modifiche di cui il formato aveva bisogno senza che tuttavia le corrette modifiche siano state apportate nei mesi a seguire.

Messa da parte questa vicenda, la guerra dei formati resta molto calda anche su altri fronti. Facendo seguito alle proteste conseguenti la votazione su OOXML, 13 dei 23 membri della commissione tecnica dell’istituto Standards Norway si sono dimessi per manifestare il proprio dissenso: viene di nuovo tirata in ballo la procedura di approvazione di ISO/IEC 29500, contro cui ben quattro paesi avevano fatto ricorso senza successo , e durante la quale il sostegno del paese scandinavo ha giocato un ruolo determinante quanto discusso.

“È triste quando una organizzazione che lavora per l’interesse comune fallisce nel suo compito – scrivono i dimissionari in una lettera aperta – Con il lavoro su OOXML, Standard Norway ha dimostrato senza ombra di dubbio di non essere adatta a rappresentare la Norvegia all’interno di ISO”. Ciò che più conta, inoltre, è che “Standard Norway ha messo i propri interessi commerciali davanti a quanto è meglio per la società”, e per farlo “ha scelto di sconfessare la propria commissione tecnica e votare sì ad un formato che è immaturo, inutile e non degno di essere definito standard ISO”.

Non è ancora chiaro quali conseguenze potrà avere il gesto dei dissidenti per la Norvegia. Appena oltre confine, in Svezia, ODF continua la sua marcia di approvazione come standard , mentre il resto d’Europa è in attesa di novità da parte della Commissione Europea che intende fare luce sulle effettive capacità di OOXML di fungere da standard interoperabile. Per il momento, il formato open di Microsoft non pare avere molti sostenitori in giro per il mondo, al contrario di ODF.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
6 ott 2008
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