Open Source a Torino, risponde AN

Open Source a Torino, risponde AN

Ferdinando Ventriglia, consigliere di AN e firmatario dell'interpellanza sull'Open Source spiega a Punto Informatico perché non esiste un software di sinistra e uno di destra, uno buono e uno cattivo
Ferdinando Ventriglia, consigliere di AN e firmatario dell'interpellanza sull'Open Source spiega a Punto Informatico perché non esiste un software di sinistra e uno di destra, uno buono e uno cattivo


Torino – Spett. Redazione, in riferimento all’articolo “Torino, fulmini sul software libero” riguardante l’interpellanza al Sindaco presentata dal sottoscritto e dagli altri consiglieri di AN, credo che non siano inutili alcune precisazioni.

Infatti la nostra interrogazione non rappresenta affatto una presa di posizione, nel merito, contro il software Open source , ma una critica a una mozione presentata da alcuni colleghi della sinistra, mozione con cui si chiedeva all’Amministrazione di adottare quel tipo di piattaforma stabilendo addirittura i singoli passaggi burocratici della fornitura.

Vedo quindi tre problemi:
1) Ormai da dieci anni la legge sulle autonomie locali stabilisce una netta distinzione di compiti tra politici e funzionari: in particolare i politici, cioè i consiglieri, hanno il compito di dare indirizzi generali ed esercitare il controllo sull’Amministrazione e non possono assolutamente entrare nei dettagli della gestione della macchina comunale né influire in alcun modo sui capitolati di appalto delle forniture. La mozione dei colleghi di sinistra si poneva in violazione di questa regola fondamentale, dando all’Amministrazione una serie di indirizzi molto precisi e tecnici che sono di competenza dei funzionari.

2) La impostazione generale della mozione, che divide nettamente tra un Linux buono, vicino al popolo, e un Windows cattivo, strumento diabolico dei ricchi, è francamente poco convincente: anche intorno ai prodotti Open source ci sono notevoli interessi economici, basta ricordare gli investimenti fatti da colossi quali IBM, Sun e Oracle in questo campo.

3) Nei resoconti sul Linux Day, al quale è intervenuto proprio il consigliere primo firmatario della mozione che contestiamo, la stampa locale ha immediatamente accostato la mozione dei colleghi della sinistra ad altri soggetti, sia società private specializzate, sia ambienti no-global (con i famosi siti www.noglobal.org; italy.indymedia.org; _to@ecn.org) le cui attività discutibili sconfinano talvolta nella fattispecie criminosa vera e propria (come nel caso del netstrike organizzato contro il sito del Ministero della Giustizia).

Personalmente, non credo alla divisione tra tecnologie di sinistra e di destra, come viene presentata nella mozione DS-Margherita. L’attività della commissione istituita dal Ministero dell’Innovazione Tecnologica per lo studio del Software Libero, dei suoi modelli e dei suoi costi dimostra l’attenzione del Governo e del centro-destra su questo settore.

Il Comune di Torino è già nel mirino della Magistratura per tre maxi-inchieste sugli appalti pubblici e forniture: bisogna a maggior ragione evitare comportamenti che possano seminare dubbi e confusione. Per noi, partito di opposizione che ha il dovere di esercitare un controllo sulle attività della maggioranza e della Giunta comunale, quella mozione, formulata in termini ambigui, ha rappresentato in questo senso un errore.

Confermo quindi che da parte nostra non vi è nessuna preclusione di principio sul software Open Source: rimane la nostra grande attenzione sui valori della correttezza e della trasparenza cui la Pubblica Amministrazione deve attenersi. Da domani, siamo disponibili a discutere sull’adozione di piattaforme informatiche diverse, nelle sedi opportune e senza sostituirci alle commissioni di appalto.

Grazie ancora a “Punto informatico” per l’ospitalità.

Ferdinando Ventriglia (AN)
Consigliere al Comune di Torino

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Pubblicato il 4 dic 2002
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