Domini, l'incredibile Passigli

Domini, l'incredibile Passigli

Il sottosegretario appare impermeabile alle critiche e continua a sostenere che il DDL non provoca danni ma ferma il cybersquatting. Tutta la Rete è contro, ma lui non sembra intenzionato ad ascoltare
Il sottosegretario appare impermeabile alle critiche e continua a sostenere che il DDL non provoca danni ma ferma il cybersquatting. Tutta la Rete è contro, ma lui non sembra intenzionato ad ascoltare


Roma – Suscita una certa sorpresa, come ieri ha commentato qualcuno della Naming Authority, l’atteggiamento del sottosegretario Stefano Passigli relativamente al coro di critiche che da mesi si leva dalla Rete contro il DDL sui domini che nasce da un “suo” precedente testo.

Sorprende, perché Passigli è del tutto impermeabile alle critiche che vengono rivolte ai contenuti del testo e continua a difenderne l’impianto contro tutto e tutti e, non contento, a chiederne l’approvazione al Parlamento in questi ultimi giorni di lavoro e già oggi potrebbe essere il DDL-day. Ieri Passigli ha bollato le critiche al “suo” testo come “un eccessivo e ingiustificato allarmismo”.

Passigli, che già due giorni fa aveva maldestramente attaccato chi critica il DDL, ha riaffermato l’imperturbabilità della propria posizione: “Prendo atto con soddisfazione che la necessità di dare rapida soluzione ai problemi del cybersquatting è ormai largamente condivisa: a tale fine è orientato principalmente il disegno di legge”.

Come noto, il DDL è criticato per molti aspetti e in particolare perché: non dà una definizione coerente di dominio identificando lo stesso esclusivamente con un sito Web; attribuisce al dominio la capacità di identificare “il titolare di un diritto di accesso” ad Internet; non consente di stabilire se la registrazione di un dominio sia fatta in buona o cattiva fede; non tiene conto dei nomi di persona uguali ai nomi di cosa; in queste condizioni impone il risarcimento per danni eventualmente causati a terzi dalla registrazione; sanzioni che possono raggiungere i 30mila euro; impone ai mantainer la responsabilità di identificazione di chi registra un dominio; si estendono queste regole a tutti i soggetti italiani anche se registrano domini non italiani; si istituisce una Commissione governativa che non solo regoli e controlli l’intera questione domini ma si occupi di un coacervo disordinato di tutto quello che va dal funzionamento della rete alla sicurezza Internet; rende il tutto retroattivo.

A fronte di tutto questo, Passigli ieri ha dichiarato che “il disegno di legge consentirà alla Registration Authority un intervento di cancellazione per via amministrativa che permetterà di sanare situazioni di accaparramento ingiustificato in tempi molto rapidi”. “Provider e Maintainer saranno responsabili – ha continuato l’inossidabile sottosegretario – solamente nel caso in cui non abbiano identificato o non consentito di identificare successivamente coloro che sono titolari e quindi responsabili del sito e dei loro contenuti”.

“Il DDL – ha condito Passigli – non costituisce un’ingerenza dello Stato ma ha l’obiettivo di assicurare il massimo di libertà nell’uso della rete, prevedendo fenomeni speculativi e di accaparramento e rendite di posizione”.

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Pubblicato il
8 mar 2001
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