Il silicio nero è fra noi

Il silicio nero è fra noi

E' nato quasi per caso dall'intuizione di un docente di Harvard: con la sua fotosensibilità potrebbe rivoluzionare il settore optoelettronico
E' nato quasi per caso dall'intuizione di un docente di Harvard: con la sua fotosensibilità potrebbe rivoluzionare il settore optoelettronico

Una passata di potente laser et voilà , il silicio diventa nero , più nero del nero, talmente nero che la sua fotosensibilità è aumentata da da 100 a 500 volte , rispetto a quella di un wafer ordinario.

Cosa vuol dire è diventato nero ? Per esempio che, a seguito del trattamento, la sua maggiore sensibilità potrebbe rivoluzionare le tecnologie impiegate per la produzione di celle fotovoltaiche : il rendimento si vedrebbe proiettato piuttosto in alto, al confronto con le attuali medie di resa. Per non citare la sensibilità dei sensori delle telecamere, che diverrebbero in grado di raccogliere quantità di luce infinitesimali, un obiettivo ambitissimo che oggi costa ben altri sforzi produttivi.

Come molti altri grandi successi, l’idea è venuta alla luce per caso. “Ero stanco dei (soliti, ndr) metalli e temevo che i finanziamenti si prosciugassero”, racconta al New York Times il fisico Eric Mazur dell’ Università di Harvard , che assieme ad un collaboratore ha lavorato all’idea. Per cercare il flash di una vera novità, “ho scritto le nuove indicazioni in una proposta di ricerca senza pensarci troppo. L’ho scritto e basta, non so neanche perché”, ha dichiarato Mazur.

Il suo lavoro era stato avviato e finanziato dall’ Army Research Office , il braccio della ricerca delle forze armate americane, con il fine di esplorare le reazioni catalitiche sulle superfici metalliche. Seguendo l’intuizione, Mazur ha laserato un wafer di silicio con un fascio coerente molto, molto potente. Dopo il trattamento laser è stato applicato dell’esafluoruro di zolfo. Il wafer si è annerito e, ad occhio nudo, sembrava quasi bruciato: ma ad un esame al microscopio elettronico, sulla superficie si è rivelata una struttura di microtubi, che ha invece esibito le inaspettate caratteristiche .

Ora la novità è in mano a Syonix , una startup che si impegna a fondo nelle tecnologie fotoniche e ha raccolto l’autorizzazione ed i patent per trasformarla in qualcosa di fruibile a livello industriale. Si tratta di un passo senz’altro di grande interesse per qualunque settore e qualunque industria comunque legati a luce e silicio .

Il flash? Potrebbe divenire presto un vecchio ricordo: con una sensibilità 500 volte maggiore rispetto a quella attuale, forse non occorrerà più. Non resta che attendere gli sviluppi, che non tarderanno a fare ingresso in un segmento di mercato al giorno d’oggi piuttosto ampio.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il 14 ott 2008
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