Microsoft: Linux minaccia la nostra crescita

Microsoft: Linux minaccia la nostra crescita

Un dirigente Microsoft ammette che Linux inizia a far paura anche sul mercato desktop, un settore dove il colosso di Redmond si era sempre sentita inattaccabile. Vera apprensione o sottile retorica?
Un dirigente Microsoft ammette che Linux inizia a far paura anche sul mercato desktop, un settore dove il colosso di Redmond si era sempre sentita inattaccabile. Vera apprensione o sottile retorica?


Scottsdale (USA) – Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Microsoft bollava Linux come un sistema operativo giocattolo . Da allora il big di Redmond ha dato al Pinguino attributi assai meno leggeri, come quello di cancro e di virus, fino a culminare in quello di nemico numero uno per il proprio business.

Quando Steve Ballmer, CEO di Microsoft, parlò per la prima volta di Linux come di una minaccia, si riferiva in particolar modo al mercato dei server, l’unico in cui il Pinguino abbia fino ad oggi dimostrato l’effettiva capacità di contrastare Microsoft. Nel desktop, com’è ben noto, Windows conserva ancora, con una quota di mercato che si aggira intorno al 95%, un monopolio quasi assoluto.

Sono diverse le aziende che nel passato, puntando tutto su Linux come alternativa a Windows sui computer desktop, hanno perso la propria scommessa. Oggi, però, per il pinguino sembrano presentarsi nuove e promettenti chance: ad affiancare MandrakeSoft, nota sviluppatrice della distribuzione Linux più diffusa sul mercato consumer, sono infatti arrivate giovani aziende come Lindows.com e Xandros , entrambe impegnate nello sviluppo di sistemi operativi basati su Linux ed espressamente dedicati ai PC desktop, ai notebook e ai client aziendali.

Che Linux nel desktop non sia più un’utopia sembrano ormai pensarlo anche distributori storici come Red Hat e SuSE, da sempre focalizzati sul mercato dei server: proprio di recente, infatti, SuSE ha annunciato i propri piani per portare Linux sulle scrivanie di case e uffici, mentre Red Hat ha già mostrato il proprio interesse verso il mondo desktop con il rilascio della versione 8.0 della propria distribuzione e i recenti accordi con Oracle .

Sono sufficienti questi – benché spesso ancor timidi – proponimenti di conquista per mettere in apprensione il gigante Microsoft? A quanto pare sì. John Connors, chief financial officer di Microsoft, ha infatti inaspettatamente ammesso le proprie preoccupazioni per un’eventuale crescita di Linux sul mercato desktop, affermando che questa potrebbe tradursi in una minaccia per il business di Microsoft.

“In termini di crescita dell’azienda… Sarebbe difficile se Linux dovesse trasformarsi in un fenomeno sul desktop”, ha affermato Connors durante la conferenza Credit Suisse First Boston.

E’ dunque la prima volta che Microsoft mostra di temere Linux in un terreno, quello dei computer desktop, dove si è sempre considerata invulnerabile. Non è per altro molto chiaro se questa innocente impudicizia con la quale il big di Redmond sembra ormai pubblicamente ammettere le proprie paure nei confronti di Linux sia da attribuirsi ad un effettivo stato d’incertezza o, piuttosto, alla consapevolezza (emersa anche in un memo interno ) che dare troppo addosso a Linux può essere controproducente.

Qualunque cosa passi nella testa degli uomini di Redmond, J. Szulik, chairman e CEO di Red Hat, non ha mancato, dal palco dell’Enterprise Linux Forum di Boston, di riaffermare come Linux oggi possieda tutti gli strumenti per ben figurare nel desktop e sia ormai, anche in questo settore, una concreta alternativa a Windows.

Szulik ha poi contestato il recente studio pubblicato da IDC e sponsorizzato da Microsoft in cui si sostiene come Windows abbia un total cost of ownership generalmente migliore di Linux. Il boss di Red Hat ha affermato che i dati su cui IDC ha basato le proprie analisi sono ormai vecchi, risalendo a un anno fa.

“Ci sono stati un bel po ‘ di cambiamenti da allora”, ha commentato Szulik, aggiungendo poi che “quando si valutano ambienti così diversi fra loro, è sempre difficile fare una comparazione”.

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Pubblicato il
6 dic 2002
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