Adiconsum: i tartassati dell'ADSL

Adiconsum: i tartassati dell'ADSL

Per banda larga oggi si intendono troppe cose, le pubblicità sembrano fatte apposta per ingannare i consumatori, i contratti sono vessatori. In una lettera alle autorità la pesante denuncia dell'Associazione dei consumatori
Per banda larga oggi si intendono troppe cose, le pubblicità sembrano fatte apposta per ingannare i consumatori, i contratti sono vessatori. In una lettera alle autorità la pesante denuncia dell'Associazione dei consumatori


Roma – Così non va e lo sanno bene i tanti utenti ADSL che non hanno ottenuto quello che la pubblicità aveva promesso loro. E ieri l’associazione dei consumatori Adiconsum ha portato questo ed altri problemi sui tavoli del ministero delle Comunicazioni, di quello all’Innovazione, dell’Autorità TLC e via dicendo. Viene attaccata con forza l’attuale situazione di mercato nella quale agli utenti vengono sottratte certezze e garanzie.

Nella nota, Adiconsum afferma di condividere gli impegni del Governo, secondo cui lo sviluppo dalla banda larga in Italia deve essere considerato un obbiettivo prioritario di politica economica, ma intende anche mettere in evidenza come “un rapporto non trasparente impedisce un corretto sviluppo della banda larga”.

Primo punto: definizione commerciale di Banda Larga.

“Per banda larga si intende l’ambiente tecnologico che consente l’utilizzo delle tecnologie digitali ai massimi livelli di interattività.” Questa è la definizione adottata dalla commissione di studio voluta dai ministri delle comunicazioni e dell’innovazione, dalla quale appare evidente che non tutti gli ambienti tecnologici si possono definire banda larga.

“Osservando il mercato – sostiene Adiconsum – si ha però la netta sensazione che tutte le connessioni che non siano analogiche, dall’ADSL a 256Kb alla fibra ottica a 10 Mb siano tutte da ritenersi banda larga. Riteniamo che in questo modo i consumatori potrebbero essere ingannati. Una connessione ad internet poco più veloce di quella analogica a 56Kb non ha nulla a che fare con la banda larga”.

D’altra parte, da quanto emerge dal rapporto redatto dalla Task Force ministeriale si evince che trattasi di banda larga quando l’utente si trova nella possibilità di effettuare con continuità e senza nessun impedimento una trasmissione multimediale ed interattiva, composta di fonia, dati ed immagini. “Solo una connessione, reale, dai 300 Kb in su – scrive Adiconsum – permette le potenzialità della banda larga”.


“Dai messaggi pubblicitari delle aziende TLC – sostiene Adiconsum – i consumatori restano convinti che la banda larga ed internet siano la medesima cosa, senza percepire che invece l’alta connettività, pur permettendo una navigazione agevole di internet, offre anche altre possibilità di sviluppo, citate dalla relazione degli esperti del governo, come per esempio il video on demand, la navigazione senza PC (set top box), la video conferenza ed altro”.

L’Associazione chiede quindi nella sua lettera che venga stabilito con chiarezza quali tipologia e caratteristiche deve avere una connessione per rientrare nel concetto di “banda larga”. Come ben noto, sono molte le aziende che propongono agli utenti vari abbonamenti, con prezzi diversi, senza specificare che tipo di trasmissione permettono, riferendosi solo alla velocità massima raggiungibile.

Secondo Adiconsum, per distinguere chi davvero offre banda larga occorre utilizzare in modo selettivo anche il contributo-incentivo previsto dalla Finanziaria, che nell’ottica dell’Associazione dovrebbe essere assegnato solo in presenza di “vera banda larga”.

Secondo punto: vendite ingannevoli e contratto vessatorio.

Con la vendita di abbonamenti per connessioni con modalità ADSL o fibra ottica o via satellite, si è creato un nuovo modo di vendita. L’utente infatti non acquista un servizio ma paga in anticipo in cambio di una “promessa di servizio”, di un impegno da parte del fornitore senza vere garanzie e/o certezza. Gli abbonamenti sul mercato non garantiscono la velocità di connessione, ma indicano in molti casi la sola massima velocità potenziale. “Una affermazione – sostiene Adiconsum – generica ed ingannevole”.

Secondo l’Associazione, si tratta dell'”unico caso presente nel mercato nel quale si paga per una quantità massima, ma decide chi vende quanta ne deve essere offerta al compratore”.

Questa situazione rende impossibili i confronti fra le proposte commerciali dei diversi fornitori, in quanto la banda reale non corrisponde a quella massima dichiarata e i prezzi variano a seconda di quest’ultima. “Il consumatore – continua Adiconsum – inoltre non è garantito dal contratto d’abbonamento poiché non è reso possibile recedere da esso per disservizio; dato che l’impegno della società erogatrice è legato solo alla possibilità di raggiungere una velocità massima”. Una situazione nella quale, in teoria, l’utente può disdire il contratto solo se il servizio non viene fornito affatto.


L’attuale modalità di offerta, quella almeno perseguita da molti degli operatori sul mercato, secondo Adiconsum si traduce nella violazione di due dei principali diritti del consumatore: la corretta informazione e la libertà di scelta.

“Il consumatore – spiega Adiconsum – deve pagare per l’effettivo servizio descritto e non per il servizio promesso; deve essere libero, prima dell’acquisto, di effettuare dei reali confronti fra varie aziende, sul rapporto qualità-servizio”. Va da sé, dunque, che è quantomai necessario ed urgente, secondo Adiconsum, pervenire a modalità di offerta che consentano un’effettiva comparazione delle proposte del mercato.

“E’ necessario inoltre – insiste Adiconsum – che ogni azienda sia vincolata a garantire un minimo di velocità, al di sotto del quale si intende disatteso il contratto”.

In un quadro di questo tipo il contratto ADSL che prevede normalmente un anno di abbonamento e spesso il tacito rinnovo, secondo Adiconsum viola il diritto del consumatore. Questo, infatti, secondo l’Associazione dovrebbe poter recedere dal contratto di fornitura in qualsiasi momento e cambiare operatore con la massima facilità. Un’affermazione che, è certo, molti fornitori troveranno il modo di criticare.

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Pubblicato il
10 dic 2002
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