Il test del DNA online è l'invenzione dell'anno

Il test del DNA online è l'invenzione dell'anno

TIME non ha dubbi: per quanto controverso possa essere tra gli accademici, il test economico online per la ricerca di predisposizioni genetiche a patologie croniche o invalidanti è la migliore invenzione del 2008
TIME non ha dubbi: per quanto controverso possa essere tra gli accademici, il test economico online per la ricerca di predisposizioni genetiche a patologie croniche o invalidanti è la migliore invenzione del 2008

Oggi fa discutere e solleva polemiche a non finire, ma ha le potenzialità per rivoluzionare lo scenario delle cure mediche e della prevenzione: è il test genetico “in scatola” realizzato dalla società 23andMe , che al modico prezzo di 399 dollari (600 in meno rispetto solo a qualche mese fa ) mette a disposizione di chiunque un sistema facile e veloce per analizzare il proprio DNA , alla ricerca di marcatori genetici associati alle più diverse patologie.

il codice sorgente Fondata da Anne Wojcicki (moglie del co-fondatore di Google, Sergey Brin) e Linda Avey, la start-up con i quartieri generali siti a Mountain View, California, spedisce in giro per il mondo un box verde con all’interno un raccoglitore per la saliva da analizzare, raccoglitore che va poi rispedito indietro una volta riempito.

Dopo poche settimane i risultati vengono messi online a disposizione del cliente, che avrà modo di conoscere quali dei 600mila componenti genetici identificati da 23andMe siano presenti in quella che Wojcicki definisce “la manifestazione digitale di te”, una fotografia fatta di bit , capace di indicare sebbene solo indicativamente una possibile predisposizione verso patologie note, dal morbo di Parkinson al cancro alla prostata, all’Alzheimer e molto altro ancora.

23andMe non è certo l’unica società presente sul mercato a vendere test genetici impacchettati e pronti all’uso, ma secondo il TIME è quella che ha fatto “il miglior lavoro” per renderli accessibili ed economicamente alla portata di tutti , meritando in pieno il titolo di miglior invenzione del 2008 . Il prodotto di 23andMe rappresenta nei fatti l’avvio di una vera e propria “rivoluzione della genomica personale”, scrive il TIME, “che cambierà non solo come ci prendiamo cura di noi stessi ma anche quello che intendiamo per informazioni personali”.

Il dibattito scatenato da soluzioni come quelle commercializzate da 23andMe solleva un gran numero di questioni, dall’utilizzo e dai vari “passaggi di mano” di dati così delicati e sensibili come i tratti genetici dell’io biologico più profondo, alla reale utilità o correttezza dei risultati dei test . “L’incertezza è troppo grande”, sostiene ad esempio il direttore del National Office of Public Health Genomics presso il Centers for Disease Control and Prevention , evidenziando come molte patologie siano condizionate da diversi fattori genetici e ambientali, e il basso numero dei costituenti del genoma umano (il 10% su 20mila geni) fin qui catalogato come causa scatenante dei mali del corpo, non sia sufficiente a stabilire o diagnosticare alcunché. “Una conoscenza ridotta è una cosa pericolosa”, rincara la dose il dottor Alan Guttmacher del National Institutes of Health .

Esther Dyson, membro della board di controllo di 23andMe, definisce “paternalistiche” le critiche nei confronti della sua società e nega che le persone, come dice qualcuno, “non non dovrebbero avere accesso a questi test per non interpretarli male o per non rischiare di turbarsi”. Un test genetico – sottolinea – ha anche il vantaggio psicologico di spingere le persone a cambiare il proprio stile di vita .

Brin stesso, che con la sua società ha investito 8,9 milioni di dollari nel progetto, come ben sanno ] i lettori di PUnto Informatico ha dichiarato pubblicamente la propria predisposizione al Parkinson, suggerendo invece che “entro 10 anni sarà pratica comune avere informazioni sul proprio genoma”. Sperando che 23andMe non sia il germe di una società modello Gattaca , Wojcicki prevede anche la possibilità di utilizzare la mole di informazioni genetiche raccolte dalla società per il bene di tutti , come base ideale per “fare grandi scoperte” scientifiche nel campo della genetica applicata.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 5 nov 2008
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