Roma – Sale rapidamente la lista dei firmatari della petizione con cui si intende tentare di dare un futuro alla Naming Authority (NA), l’organismo a cui si devono le regole che presiedono alla registrazione dei domini.it.
Dopo la cancellazione della NA dal contratto che lega chi registra tecnicamente i domini ( Registration Authority ) a chi recupera le registrazioni sul mercato (i mantainer), la petizione interviene da un lato per denunciare quanto avvenuto e dall’altro per proporre un futuro possibile .
Nella pagina di presentazione della petizione denominata “In difesa della Naming Authority” si riassume l’accaduto, si contesta la scelta unilaterale da parte della RA per la cancellazione della NA e si ribadisce “il principio internazionalmente adottato secondo cui le norme di amministrazione tecnica della rete devono essere definite da organismi rappresentativi di tutta la comunità Internet locale, inclusi i provider/maintainer di qualsiasi dimensione, i professionisti che si occupano di Internet nell’ambito della propria attività, i clienti finali dei servizi interessati, e gli utenti della rete in generale, a garanzia della concorrenza di mercato e della libertà di espressione in rete”.
Il timore, dunque, è quello di una nazionalizzazione della rete italiana e di una subordinazione della sua gestione al controllo del Governo “escludendo o rendendo marginali nel processo di amministrazione tecnica della rete le componenti indipendenti, quali i consumatori finali, i professionisti del settore, i piccoli operatori”.
Oltre alla denuncia, però, la petizione porta con sé anche una proposta alternativa che tende a riformare la NA e la sua assemblea per eliminare quegli elementi che, come ben sanno i lettori di PI, hanno più volte ostacolato il buon funzionamento di questo organismo.
La petizione arriva, come noto, dopo gli interventi dell’associazione dei provider Assoprovider, secondo cui quello della RA è un “colpo di mano”, e del senatore verde Fiorello Cortiana, che ha parlato di “golpe”. Dal Ministero delle TLC, più volte tirato in ballo in questi giorni e al centro della “nuova visione” della RA, per il momento non giunge verbo alcuno sull’intera questione.