Roma – Sono 600 i siti contenenti materiale pornopedofilo che l’associazione di Avellino Il Duomo ha denunciato alla Polizia Postale di Napoli e ai Carabinieri di Avellino. Un parco di siti web raccolto con il lavoro dell’associazione che attraverso i propri spazi online raccoglie e verifica dal 1997 le segnalazioni degli utenti.
Secondo l’Associazione, il lavoro sulle segnalazioni, che dopo essere state analizzate vengono corredate dai dati tecnici relativi al sito (registrant, indirizzo IP ecc.), ha consentito di realizzare un database cronologico.
Il presidente dell’Associazione Stanislao Giordano ha parlato di violenze che vengono commesse su migliaia di bambini e in una nota chiede “una legislazione internazionale univoca ed uniforme”.
Uno dei più grossi problemi nella lotta all’abuso pornopedofilo condotto via internet, infatti, rimane quello della perseguibilità degli autori su scala internazionale. “I siti pedopornografici – afferma Giordano – sono gestiti ormai da organizzazioni criminali ramificate a livello mondiale che approfittano delle difformità legislative tra i diversi paesi per fare altrove ciò che ad esempio in Italia non è permesso”.
Giordano parla apertamente di “paesi conniventi” nei quali la registrazione dei domini non è soggetta a regole e consente anche l’apertura di siti in forma anonima, siti che vengono poi raggiunti da tutto il mondo.
“L’associazione – tiene a spiegare la nota – non combatte il pedofilo in sé (…) ma combatte invece quelle organizzazioni che sfruttando da un lato le “esigenze” del pedofilo dall’altro i bambini realizzano i loro illeciti guadagni”.
Secondo l’associazione è necessario che ad ogni dominio corrisponda un’identità certa di chi lo registra e che ogni sito abbia “una persona fisica responsabile e quindi imputabile”. “D’altronde – sostiene Giordano – chi svolge attività lecite non ha nulla da temere”.