TIN.it e quei 600 posti a rischio

TIN.it e quei 600 posti a rischio

In Sardegna mobilitazione per salvare i 600 posti degli operatori dei call center gestiti dalla cooperativa Telechance, nata da una costola dell'allora Video On Line
In Sardegna mobilitazione per salvare i 600 posti degli operatori dei call center gestiti dalla cooperativa Telechance, nata da una costola dell'allora Video On Line


Roma – Dalla Sardegna arriva un appello dei soci della cooperativa Telechance, service provider e call center al quale TIN.it ha deciso di non rinnovare il contratto per la gestione customer in outsourcing, con la conseguenza che Telechance ora rischia di chiudere mandando a casa i 600 soci della cooperativa.

La storia di Telechance comincia nel marzo del 1996, proprio quando “finisce” quella di Video On Line e cioè quando Telecom decise di acquistare in blocco il marchio del pionieristico ISP fondato da Nichi Grauso. Da allora, con partner importanti, la struttura è salita dalle 80 persone di allora alle 600 di oggi, che occupano gli uffici di via Montecassino a Cagliari.

“Quello che dovrebbe essere considerato un vero fiore all’occhiello per tutta la Regione – si legge in una nota diffusa da Telechance – ha però avuto il difetto di non essersi reso sufficientemente visibile all’esterno, tanto che se non tra gli addetti ai lavori, ne viene probabilmente ignorata l’esistenza.
Proprio adesso che le stime di sviluppo in questo settore per i prossimi anni promettono per l’Europa e per l’ Italia una crescita senza precedenti in termini di opportunità occupazionali, si sta facendo strada una vera e propria crisi del settimo anno. Una crisi legata alla decisione di Tin.it di non rinnovare più il contratto che scadrà tra poco più di 2 mesi; una scelta dichiaratamente non dettata da insoddisfazioni del servizio fornito, anzi sempre apertamente apprezzato”.

Secondo Telechance, TIN.it ha deciso di trasferire il lavoro in una propria azienda romana che però non sarebbe pronta a fornire “un servizio qualitativamente e quantitativamente adeguato alle esigenze del momento”.

“Pur di mantenere i posti di lavoro in Sardegna – scrive Telechance – abbiamo proposto quotazioni tali da farci lavorare in perdita. Ma non è valso a nulla. Assolutamente scorretta e vergognosa è la metodologia con la quale la migrazione da Cagliari a Roma viene eseguita. La domanda è: può la regione Sardegna consentire, nella grave situazione occupazionale ormai perenne, che oltre 600 persone perdano improvvisamente il proprio posto di lavoro creato proprio qui?”

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Pubblicato il
23 dic 2002
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