Email, web e consapevolezza

Email, web e consapevolezza

Quanti conoscono i limiti dei software che usano, le manipolazioni che possono essere effettuate attraverso la posta elettronica, quanti si pongono il problema? Ne parla un lettore
Quanti conoscono i limiti dei software che usano, le manipolazioni che possono essere effettuate attraverso la posta elettronica, quanti si pongono il problema? Ne parla un lettore


Roma – Vi scrivo per parlare di un argomento che probabilmente Voi, e tanti altri sanno, ma che alcuni magari credono sia una bufala o lo ignorano proprio. L’altro giorno, su segnalazione di un amico, mi sono imbattuto nel servizio offerto da www.readnotify.com. E’ un servizio molto utile, a pagamento, fatto da gente seria, che permette di tener traccia delle proprie email.

Il servizio ci informa se il destinatario ha aperto la mail, quando lo ha fatto, con che client, con che OS, quante volte l’ha riaperta e a quali ore, quante volte ha cliccato sugli eventuali link presenti nella mail e quando lo ha fatto, permette di creare email che si “autodistruggono”, protette dalla stampa e un’altra serie di cose che non sto qua ad elencare. Tutto questo all’insaputa del destinatario, in quanto il servizio non utilizza ad esempio la normale ricevuta di lettura che chiede conferma al destinatario, ma tutta una serie di tecnologie che chi sviluppa per il web conosce bene in quanto vengono di solito usate per le statistiche sui siti.
Ritengo questo servizio molto utile, non costa molto e consente di avere un controllo approfondito sulle email importanti.

Il problema sorge quando queste stesse tecnologie, che come detto sono alla portata di qualsiasi sviluppatore web (e non è difficile esserlo al giorno d’oggi), vengono utilizzate da persone “maliziose”. Pensiamo solo agli spammers, che senza bisogno di aspettare che qualcuno risponda al classico indirizzo fasullo per l’eliminazione dalla lista, hanno a disposizione una serie di informazioni che noi non gli forniremmo mai.
Tralasciando il fatto che queste stesse tecnologie potrebbero essere usate per “offendere” oltre che per raccogliere informazioni arriviamo al punto saliente.

Eudora, un client email molto diffuso e molto ben fatto ha due semplici flag con i quali è possibile disabilitare l’esecuzione di codice contenuto nella pagina e il download di immagini da siti web. Outlook, client email installato di serie in Windows e quindi usato da chiunque non faccia un passo in più nella scoperta del panorama software mondiale, almeno nelle versioni precedenti alle ultimissime (che non conosco, ammetto questa mancanza, quasi me ne vanto) non consente questa cosa.

Mi chiedo quindi se non sia il caso di “informatizzarsi” nel vero senso del termine, conoscere e far conoscere quello che ormai tutti usano e credono di saper usare, non usare le cose ad occhi chiusi ma chiedendosi “perchè” e non dire “se lo usano tutti è la cosa migliore”.
Questa non vuole essere la solita guerra di religione Linux vs. Microsft o crociata anti-Microsoft, solo una riflessione sull’utilità dell’informazione e dell’informatizzazione vera della gente.

Qualcuno obbietterà che anche nell’ultima versione di Outlook si può fare questa cosa, o che si è sempre potuta fare (io non ho trovato l’opzione), che Eudora ha dei bug peggiori, o Outlook dispone di feature migliori. Tutte cose vere, ma quanti le sanno? Per esperienza personale pochi, e come per evitare di stirare una persona in macchina è utile sapere che la macchina ha i freni, e che se hai l’ABS freni meglio, così per usare bene la moderna tecnologia bisognerebbe conoscerla, senza preconcetti, almeno un po’.

Sono andato un po’ fuori tema, scusatemi. Voi che ne pensate?

Lettera firmata

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Pubblicato il
30 dic 2002
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