Pisanu e WiFi, oggi la proroga del Governo

Pisanu e WiFi, oggi la proroga del Governo

Il motivo per cui un accesso WiFi libero non è ancora disponibile in Italia verrà ribadito nel cosiddetto decreto milleproroghe, che sposterà il problema di un altro anno
Il motivo per cui un accesso WiFi libero non è ancora disponibile in Italia verrà ribadito nel cosiddetto decreto milleproroghe, che sposterà il problema di un altro anno

Roma – Come sempre all’avvicinarsi di fine anno il Governo si prepara a varare il cosiddetto decreto milleproroghe, che serve a rinviare una serie di scadenze e di impegni legislativi ed operativi. Tra questi rinvii anche quello relativo ai pubblici esercizi che offrano connettività Internet .

In particolare, tra le misure antiterrorismo che furono previste dal controverso Decreto Pisanu , c’era anche quella che obbligava chi offrisse in un “pubblico esercizio” ma anche in un “circolo privato” delle postazioni connesse ad Internet, a registrarsi presso la Questura .

La misura, del tutto simile a quella da anni applicata in Cina per gli internet café, è stata considerata essenziale nella lotta all’abuso di Internet da parte di malfattori e terroristi: tenere un registro di chi offre connettività, e chi la offre è anche obbligato a registrare i dati dei propri clienti o soci , dovrebbe consentire secondo il progetto originario una più efficace azione delle forze dell’ordine o, comunque, ostacolare un terrorista che volesse comunicare via Internet.

Al di là del senso ultimo o dell’efficacia di una visione di questo tipo, salvo ripensamenti imprevisti dell’ultimo minuto, oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe prorogare questa misura al 31 dicembre 2009 . Tra le conseguenze di una decisione di questo tipo c’è anche l’ulteriore prolungamento della sospensiva contro il WiFi libero .

Come già contemplato da altre norme, e ribadito da questa proroga, nessun privato potrà aprire la propria connessione WiFi impunemente: farlo senza una regolare registrazione in Questura, farlo senza catturare preventivamente i dati di chi si colleghi, espone chi lo fa all’essere considerato responsabile di azioni illegali eventualmente poste in essere da terzi.

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Pubblicato il
18 dic 2008
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