La svolta di Microsoft

La svolta di Microsoft

Governi e agenzie istituzionali possono vedere il codice sorgente di Windows per accertare che risponda alle proprie esigenze di sicurezza. Accolta anche in Italia la clamorosa novità annunciata dalla società di Redmond
Governi e agenzie istituzionali possono vedere il codice sorgente di Windows per accertare che risponda alle proprie esigenze di sicurezza. Accolta anche in Italia la clamorosa novità annunciata dalla società di Redmond


Roma – Windows anno zero. Con una mossa clamorosa, per quanto non inaspettata, Microsoft ha ufficialmente annunciato l’iniziativa GSP (Government Security Program): a governi e istituzioni sarà possibile vedere il codice sorgente di Windows per verificare la sua rispondenza alle proprie esigenze di sicurezza informatica.

“GSP – ha spiegato Salah DanDan, manager dell’iniziativa – è un’operazione globale che intende fornire ai governi l’accesso al codice sorgente e alle informazioni di cui hanno bisogno per affidarsi alla sicurezza della piattaforma Microsoft”.

Il programma, che finora interessa una decina di paesi, prevede la “consegna” del codice di Windows 2000, Windows XP, Windows CE e Windows Server 2003. Sarà anche possibile vedere la documentazione di sicurezza che Microsoft non diffonde all’esterno nonché visitare il quartiere generale dell’azienda. A disposizione per colloqui e approfondimenti saranno anche gli sviluppatori dell’azienda e, chi lo vorrà, potrà anche effettuare propri test sul codice sorgente.

Il 97 per cento del codice sarà fatto vedere ai paesi che aderiranno a GSP e il rimanente 3 per cento sarà a disposizione presso la sede centrale dell’azienda a Redmond.

GSP rappresenta indubbiamente una reazione significativa di Microsoft all’avanzata in mezzo mondo del software open source, capace di guadagnare enormi consensi nell’opinione pubblica e presso la classe politica grazie alla trasparenza del software aperto, trasparenza vista anche come garanzia di sicurezza. Dal Sud America all’Europa, infatti, sono numerosi i paesi nei quali avanzano progetti per sostituire con piattaforme open source sistemi proprietari che, in molti casi, fanno capo proprio all’azienda di Bill Gates.

Secondo DanDan al momento sono circa 60 i paesi che sono stati individuati da Microsoft come possibili referenti per l’iniziativa e tra questi anche la Cina, dove più volte dal regime sono state espresse preoccupazioni circa il codice sorgente di Windows e dei software Microsoft, preoccupazioni che hanno portato ad un maggiore interesse verso software alternativi e aperti.

A progettare la nuova clamorosa iniziativa è stato il Chief Technical Officer di Microsoft, Craig Mundie, che secondo DanDan ci lavora sopra ormai da alcuni anni. “Mundie – ha spiegato DanDan – ha avviato contatti con funzionari governativi nel mondo, e ha tenuto incontri nei quali è emersa l’esigenza di una maggiore visibilità e accesso al codice Microsoft”. Una mossa che ora sta riscuotendo interesse ovunque. Di seguito i dettagli.


La mossa di Microsoft sta già trovando, peraltro, importanti riscontri. Ad essere già coinvolti, infatti, sono organizzazioni come la NATO e paesi come la Russia e l’Italia. E numerosi analisti hanno applaudito all’iniziativa considerandola come la più imponente ed efficace offensiva Microsoft contro “l’onda lunga” dell’open source.

Ad applaudire è stato anche il ministro italiano all’Innovazione Lucio Stanca, secondo cui “la decisione della Microsoft di mettere a disposizione dei governi il software sorgente è importante soprattutto per la sicurezza e la protezione dei dati ed in particolare delle banche dati”.

Secondo Stanca i governi potranno “lavorare in termini più efficaci nello sviluppare programmi che aumentino la sicurezza dei sistemi informativi. In questo senso Microsoft sta lavorando con un’ottantina di istituzioni pubbliche e governi mondiali, compreso quello italiano”.

Stanca ha anche sottolineato che, rispetto all’utilizzo di piattaforme open source o proprietarie, “il Governo italiano è impegnato nell’utilizzare entrambi questi standard e per questo abbiamo costituito una commissione di studio, per approfondire le opportunità e le implicazioni dei sistemi aperti”. “L’intento – ha concluso il Ministro – non è quello di dettare regole né di forzare il mercato ma di aiutare chi deve prendere decisioni ad avere tutti gli elementi per assumere le migliori soluzioni possibili”.

Da Red Hat, invece, uno dei principali player del mondo Linux e acerrimo avversario di Microsoft, è giunto solo un laconico commento: “Hanno fatto le cose a metà” perché “si può vedere ma non toccare”. Ma, a giudicare dalle molte reazioni positive, quella di Microsoft appare ai più proprio come una svolta decisamente rilevante.

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Pubblicato il 16 gen 2003
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