Contrappunti/ La Rete, prima di tutto

Contrappunti/ La Rete, prima di tutto

di Massimo Mantellini - A raccontare il web per titoli di giornali si rischia di prendere qualche abbaglio. Le abitudini dei navigatori variano, Internet è uno strumento flessibile
di Massimo Mantellini - A raccontare il web per titoli di giornali si rischia di prendere qualche abbaglio. Le abitudini dei navigatori variano, Internet è uno strumento flessibile

L’unica ragione per la quale nel corso delle ultime settimane la usuale ricerca di Pew sull’utilizzo della rete nella società statunitense ( Generations online 2009 ) ha raggiunto le pagine dei media è stata in relazione alla affermazione della crisi della posta elettronica. Il fascino misterioso della descrizione della casa che crolla travalica in genere ogni ulteriore valutazione nella stampa di tutto il mondo. In realtà, per una volta, lo studio effettuato nel dicembre scorso dal mai sufficientemente lodato istituto di ricerca descrive chiaramente come l’utilizzo della rete internet non ruoti intorno al dilemma inutile posta elettornica sì, posta elettonica no, ma mostri invece una ormai netta segmentazione fra differenti generazioni.

La rete USA è spezzata in maniera molto evidente dalla data di nascita dei suoi utilizzatori: gli usi dei suoi strumenti fortemente separati fra varie generazioni. Non c’è forse maniera migliore per descrivere oggi il prolungato “periodo di mezzo” nel quale siamo tutti immersi, che da una parte comprende i cosiddetti “nativi digitali” e dall’altra registra i faticosi tentativi di inclusione delle generazioni meno giovani.

Fatta salva una curva discendente omogenea che descrive il numero di navigatori della rete per fascia di età, il 93 per cento dei teenager statunitensi accede a Internet, l’87 per cento dei giovani fra 18 e 32 anni, e così proseguendo fino al 31% degli americani oltre i 73 anni, ciascuna di queste fasce sociali mostra attitudini e usi della rete abbastanza differenziati. Quasi l’80 per cento dei più giovani per esempio gioca online occupandosi molto meno di tutto il resto, la maggioranza degli utenti adulti si orienta invece verso attività informative, banking online ed e-commerce, mentre i social network hanno evidentemente sfondato prevalentemente fra le fasce più giovani della popolazione, così come i software di IM che sono molto utilizzati dalla popolazione fino ai 33 anni e molto meno poi.

La crisi dell’email è sostanzialmente una lieve sottolineatura giornalistica ed interessa solo gli adolescenti (che utilizzano in misura più consistente i software di messaggeria) che forse acquisterà maggior significato in termini numerici fra qualche anno. Per ora Pew ci racconta che non esiste attività di rete più utilizzata fra gli utenti dopo i 18 anni dello spedire o ricevere una mail, con punte di utilizzo che per quasi tutte le fasce di età superano il 90 per cento. Occorre quindi rilassarsi: la posta elettronica non è ancora morta.

Un americano su tre legge un blog mentre a scriverli si cimentano solo i più giovani, con percentuali a una cifra fra gli ultra quarantenni. Molto più stratificata invece l’abitudine agli acquisti online e la tendenza a leggere le news in rete.

Parte delle constatazioni sulla fine dell’email derivano in effetti dal fatto che molti social network, come Facebook, contengono un proprio interno sistema postale che ovviamente viene utilizzato solo per comunicazioni fra noi ed i nostri amici. In realtà anche simili parziali utilizzi fanno a buon diritto parte dello strumento posta elettronica.

I ragazzi più giovani, si capisce bene in questa ricerca, sono la nuova frontiera delle pratiche di utilizzo della rete, modalità che certamente sono destinate a mutare in relazione al crescere dell’età (non si potrà fare gaming online per sempre), ma che in ogni caso li distanziano in maniera significativa dagli approcci adulti all’uso della rete ai quali siamo storicamente abituati. Contemporaneamente a questo, lo studio di Pew indica anche un significativo aumento dei collegamenti broadband nelle case degli ultrasessantenni, quasi a ricordarci che le pratiche e gli utilizzi variano ma che la rete tende comunque ad includere tutti.

Il paragone con la situazione italiana è probabilmente difficile ed esula in parte dalla usuale definizione secondo la quale ciò che da un punto di vista degli orientamenti tecnologici accade ora in USA succederà da noi nel giro di qualche anno. È assai probabile che le cose non stiano così e che, come avviene fra le varie generazioni di cittadini statunitensi online, le differenze dell’utilizzo della rete, strumento elastico e multiforme per eccellenza, possano dipendere anche da altre variabili culturali che non implicano necessariamente una segmentazione per fasce di età.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
16 feb 2009
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