Apple - Microsoft, 80 a 63

Apple - Microsoft, 80 a 63

Tra bugfix e promesse del mercato degli ultrapiccoli, continua la rifinitura del prossimo sistema operativo a finestre. Apple non stà a guardare e si prepara alla nuova release di manutenzione di Mac OSX, in attesa di Snow Leopard
Tra bugfix e promesse del mercato degli ultrapiccoli, continua la rifinitura del prossimo sistema operativo a finestre. Apple non stà a guardare e si prepara alla nuova release di manutenzione di Mac OSX, in attesa di Snow Leopard

Se c’è una cosa che in questi mesi sta riuscendo a Microsoft certamente si tratta dell’ hype attorno Windows 7 , l’erede di Vista di cui si parla più bene che male ma di cui soprattutto si parla parecchio. Se ne parla per la “rivoluzione” insita nella possibilità, volendo, di disinstallare componenti storici dello degli OS di Redmond sul mercato, ma anche per la “fuoriuscita”, puntuale come un sospettosissimo orologio svizzero, di ogni singola build interna (o supposta tale) del sistema operativo sulle reti di P2P.

In teoria, dopo la prima beta di Windows Seven si sarebbe dovuti passare direttamente alla Release Candidate e poi alla versione RTM per la commercializzazione, ma nel mezzo del cammin della vita informatica del nuovo OS le build “ufficiose” sono già due: dopo la 7048 , dunque, ora si parla della versione 7057 e del fatto che, stando alle prime impressioni, il codice ha raggiunto una maturità tale da poter essere presa in considerazione la sua adozione come sistema “operativo” a tutti gli effetti.

Tenendone bene a mente la provvisorietà, l’upgrade da Vista a Seven build 7057 dovrebbe essere sostanzialmente indolore, e le applicazioni di produttività già pienamente compatibili con Vista non avrebbero alcun problema a girare ed essere utilizzabili sin dal primo momento successivo alle fasi dell’installazione.

Stabilità complessiva a parte, il numero di “tweak” grandi e piccoli che Microsoft ha recentemente introdotto in Seven, in risposta ai feedback dell’unica beta pubblica rilasciata e che dovrebbero essere inclusi nella build 7057 ammontano a 63 in totale , 36 annunciati in precedenza più i 27 recentemente aggiunti ai piani di sviluppo.

Non è al momento chiaro se la build 7057 rappresenterà quella che per molti è la release candidate già annunciata da Redmond, nondimeno tra le novità che più saltano all’occhio val la pena citare la visualizzazione separata, all’interno delle opzioni del desktop, dei gadget e delle semplici icone di collegamento a programmi e file di dati.

A parte la UI, inoltre, Windows Seven build 7057 include nuove funzionalità per le scorciatoie da tastiera , la disponibilità della funzione “Aero Peek” (per la visualizzazione di un’anteprima per la finestra dell’applicazione su cui viene fatto passare il cursore del mouse) non solo per le icone di programma sulla taskbar ma anche nel caso dell’utilizzo della combinazione Alt+TAB e l’aggiunta di funzioni alla shortcut Windows Logo + # (dove “#” corrisponde all’ordine di un oggetto presente sulla barra delle applicazioni), con la possibilità non solo di lanciare il programma corrispondente come nella prima beta ma anche di portarlo in sovrimpressione nel caso fosse già stato avviato.

Il multitouch è ora integrato anche in Windows Explorer e in Aero Peek, l’accesso a tutti i profili di gestione del risparmio energetico è ora accessibile dall’icona corrispondente nell’area di notifica in basso a destra, la taskbar offre sino al 40 per cento di spazio in più per il docking di icone e programmi compatibilmente con la risoluzione e gli altri settaggi. La nuova build di Seven include poi anche alcune modifiche alla discussa nuova versione dello User Account Control, il cui pannello di controllo ora gira in un processo ad “alta integrità” richiedendo quindi l’elevazione dei privilegi per l’accesso. In caso di cambiamento del livello dello UAC, infine, occorrerà confermare l’operazione attraverso un pop up di conferma.

L’altro grande terreno di sfida di Seven, oltre a una gestione meno sorda alle esigenze degli utenti rispetto a quanto fatto con Vista, è la potenziale conquista del mercato dei netbook che, li si voglia chiamare “piccoli notebook” o in qualsiasi altro modo, in ogni caso rappresentano l’unico settore che fa registrare risultati di crescita nel mercato stagnante dei PC in tutto il mondo.

Le speculazioni in questo caso continuano ad aumentare, e mentre è oramai altamente probabile che Microsoft provveda a fornire mercato e produttori OEM di diverse versioni di Seven specifiche per i netbook, gli analisti discutono sulle reali esigenze del pubblico degli ultrapiccoli, se su tale genere di piattaforme sia largamente preferita la disponibilità ridotta di strumenti (software) produttivi e operativi e il prezzo contenuto o se ci sia spazio anche per un utilizzo più orientato ai settori professionali e maggiormente esigenti.

Si tratta di una questione chiave , sostengono i suddetti analisti, che costringerà Microsoft ad adattare le proprie politiche di gestione delle diverse release di Seven, Vista e del moribondo XP e a prevedere in proporzione un ricavo per copia differente: prima di Seven, ogni versione di XP venduta su un netbook porta nelle casse di Redmond 23 dollari, mentre con il nuovo sistema si prevede un guadagno di 58 dollari per una ipotetica versione Home Premium e 25 $ per la Starter Edition storicamente venduta solo nei mercati emergenti.

Se gli sforzi di Microsoft sono tutti incentrati sui sistemi operativi del futuro, dalle parti di Cupertino rimangono legati a Mac OS X e alle sue mini-revisioni successive, nella fattispecie la prossima release 10.5.7 anche nota come build 9J30 o “Juno”. Oltre a includere una versione aggiornata del Flash Player di Adobe, Juno includerà cinque ulteriori bugfix (riguardanti iChat, il framework CoreGraphics, iCal e il file system HFS+) portando a 80 il numero complessivo di modifiche al codice.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 mar 2009
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