Microsoft: e ora che succede?

Microsoft: e ora che succede?

Moltissime segnalazioni, opinioni e spunti arrivati dai lettori a Punto Informatico consentono di riflettere ulteriormente sul processo antitrust contro l'azienda di Gates
Moltissime segnalazioni, opinioni e spunti arrivati dai lettori a Punto Informatico consentono di riflettere ulteriormente sul processo antitrust contro l'azienda di Gates


Roma – Microsoft da linciare? Microsoft da amare? Microsoft ha torto o ha ragione? Windows mediocre o Windows migliore? Nei giorni scorsi sono giunti alla nostra redazione moltissimi messaggi che offrono idee, considerazioni e spunti sul “processo del secolo” per quanto riguarda il computer business. Solo alcuni, per motivi di spazio, possono essere gli interventi qui citati. Ma ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto contribuendo ad alimentare una riflessione sul procedimento antitrust a carico della maggiore softwarehouse del mondo.

“Chi si ricorda il tempo in cui i sistemi operativi pullulavano sui PC ed ognuno con i propri “pallini”. Fin quando ho potuto (cioè quando è passato a Novell) ho tenuto DR-DOS, prendendomi la mia parte di mal di pancia per farci girare Windows. Adesso sono meno felice, ma ho qualche mal di pancia in meno (anche se i SO di Microsoft non sono il massimo).” Ernesto Vegetti

Apriamo così perché il processo a Microsoft vede come imputato sostanziale Windows, il suo sistema operativo, ancor prima di Explorer, il browser attorno al quale il procedimento in sé è stato di fatto avviato.

“Nell’articolo Ma lasciateli stare viene spesso chiesto se effettivamente ciò che ha fatto ms sia così “cattivo” (inserire il browser, non fornire win a chi non concede l’esclusiva). Può essere punibile dalla legge americana, come può non esserlo. Queste sono faccende da avvocati. Ciò che è la realtà di fatto è che le leggi americane (ma non solo) sono fatte in modo da impedire il monopolio, non importa come esso viene realizzato (se in modo legale o meno).

Di fatto, ms è in una posizione monopolistica e per questo lo Stato deve intervenire. I monopoli di ms sono quelli del sistema operativo ma soprattutto quello delle applicazioni office: quante volte riceviamo file .doc o .xls o .ppt da aziende, amici, istituzioni, scuole, università… Si tratta di formati propriteari, per i quelli bisogna pagare (anche per vederli). E ‘ un po ‘ come se per leggere tutta la carta stampata (compresa la Gazzetta Ufficiale) fosse necessario utilizzare degli occhiali speciali venduti da una certa ditta.

Win ha vinto nel mercato dei sistemi operativi perché ha tradito IBM per distribuire win gratuitamente (quante copie “pirata” che giravano!) e portar via mercato a OS/2 e a Apple, che come prodotto costava parecchio). Allora sembrava un paladino della giustizia, ora ha preso il posto di chi ha spodestato.” Marco FarE’

In realtà i viewer dei programmi Office sono disponibili gratuitamente in rete. In effetti però il punto rimane: come si può dubitare dell’esistenza del monopolio quando di fatto i prodotti Microsoft costruiti attorno e grazie a Windows sono standard de facto? Anche chi sottolinea, come si faceva nel commento citato, che sul mercato ci sono molti “concorrenti”, non può non riconoscere una palese “preminenza” dell’azienda di Billl Gates. Da qui a divenire monopolio “anche” sotto il profilo giuridico però ce ne passa?


“Sull’editoriale Ma lasciateli stare vorrei fare queste osservazioni:
1. Se vivessi una democrazia dove 95 per cento della popolazione votasse per un solo partito, sarei sicuramente preoccupato (e forse anche sospettoso). Sicuramente una tale democrazia sarebbe a rischio. E sicuramente bisognerebbe sperare che la situazione si modificherebbe, magari una scissione nel partito che stravince? E ‘ difficile però immaginare un intervento che possa risolvere una tale situazione.

2. Comincio a pensare che il processo contro la Microsoft sia, in ultima analisi, un processo politico. Con questa etichetta, non vorrei liquidare il problema, che è grande e che andrebbe risolto. Ma affermo che, se il problema fosse veramente politico e non giuridico, andrebbe risolto politicamente, possibilmente a livello internazionale e non solo dagli americani. Non è salutare vivere in un mercato così dominato da una sola azienda.
Il problema del mercato informatico è che siamo tutti convinti ormai che il conformismo conviene; per cui l’azienda che arriva a catturare 60 per cento del mercato tende ad arrivare quasi subito al 90, perché diventa uno “standard” (ci sono tanti altri esempi: la Cisco lo dice pure nella pubblicità, non si rendono conto dei rischi che corrono!)”. David Westmore

Già.. Cosa si direbbe se venisse ufficializzato che Windows ha ottenuto uno share di mercato così ampio in modo del tutto “democratico”, per prendere spunto dalla mail di David? Una metafora forte perché le dinamiche del mondo politico assomigliano sempre di più a quelle del mondo economico, dove pesce grande fa a pezzi il pesce piccolo e poi lo digerisce.. E dietro “il monopolio di Windows” affermato dal giudice Jackson c’è forse anche del conformismo?

“Condivido il tuo articolo “Ma lasciateli stare…”, aggiungendo una cosa: un beneficio al mercato ci sarebbe stato se Microsoft fosse stata divisa ai tempi di Windows 3.1, prima di NT 3.5, prima di Windows 95, con una compagnia che facesse sistemi operativi e l’altra che facesse software applicativo.
Oggi, credo, è troppo tardi, e qualsiasi decisione potrebbe significare costi che (in parte) ricadrebbero comunque sugli utenti, anche non necessariamente in forma diretta. Uno split avrebbe avuto senso 5 anni fa, mentre oggi questo accanimento giudiziario può rivelarsi inutile per conseguire il fine a cui si ispira… anche se so che la tua magari è una provocazione e non sei un vero alfiere della teoria che sostieni, ma in fondo se il dubbio (te) lo poni, una verità in tutto questo ci deve essere…” Marco Russo

Dividere Microsoft.. Su questo si stanno scannando letteralmente i migliori avvocati d’America. Un po ‘ perché il boccone vale più di qualsiasi altra azienda quotata al Nasdaq, un po ‘ perché occuparsene significa probabilmente fama e fortuna.
Microsoft sostiene che nelle parole usate dal giudice nei suoi Findings of fact non c’è nulla che faccia pensare ad un orientamento del giudice stesso verso uno “smembramento” della società. Ma siamo sicuri, ci segnala Marco e insieme a lui molti altri, che oggi una soluzione del genere non avrebbe conseguenze pesanti sugli utenti? Non c’è altro modo di procedere?


Un Blisset, “l’identità anonima” della rete, ci ha scritto per difendere Microsoft.

“Salve, sono un laureando in giurisprudenza, esperto di computers, ho intenzione di seguire l’indirizzo della magistratura e volevo dire la mia opinione sul processo.

Da quando è cominciato il processo ne ho seguito con attenzione gli sviluppi e, con assoluta obiettività, ritengo che la Microsoft sia certamente da assolvere se si è limitata ad inserire l’Explorer gratuitamente nel SO, senza minacciare i rivenditori di non rifornirli di Windows qualora avessero inserito anche Netscape nell’offerta. Da condannare senza dubbio nel caso contrario.

Ho sostenuto queste “eresie” nei newsgroup per molto tempo e una buona parte degli scrittori mi ha dato ragione; non credo che siano tutti contro la Microsoft…

Il caso mi sembra fin troppo chiaro e sono convinto che se non ci fossero in gioco interessi così ingenti, l’assoluzione dell’azienda sarebbe quasi un caso di routine.

Purtroppo l’importanza del processo e gli interessi in gioco prevalgono sul diritto per cui temo proprio che Jackson darà ragione alla Netscape, facendo del processo una buffonata”. Firmato: Blisset.

Come ho già scritto credo che il processo non sia una buffonata né rischi di diventarlo. Però una cosa è certa: è difficile assistere serenamente al procedimento se non vengono prese in considerazione da chi giudica tutte le componenti in gioco. Sul tavolo, infatti, non ci sono soltanto le pesanti fiches Microsoft ma anche la carta coperta Internet, che ha già palesato debolezze concrete nel colosso di Redmond, le puntate ardite del mondo Linux e un sistema operativo Apple che, con baldanza, ha tirato nuovamente su la testa.

Se Microsoft ha davvero ricattato i costruttori di PC, come sostiene l’accusa, deve certamente essere punita. Ma un collegio giudicante americano non dovrebbe anche tenere a mente che ogni decisione sul futuro dell’azienda di Bill Gates avrà effetti destinati ad andare ben oltre gli indici del Nasdaq e gli interessi degli Stati Uniti? Windows, ahinoi, o forse per fortuna, è standard in tutto il mondo..

Robinson

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Pubblicato il
12 nov 1999
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