Se Hotmail non esiste

Se Hotmail non esiste

La webmail col buco stavolta è quella di Microsoft. Qualcosa è fallito nelle ordinarie procedure di manutenzione. Il problema è stato risolto in tutta fretta
La webmail col buco stavolta è quella di Microsoft. Qualcosa è fallito nelle ordinarie procedure di manutenzione. Il problema è stato risolto in tutta fretta

Quando il modello web di software-come-servizio rimane senza servizio, il risultato è che la webmail non è più accessibile da nessuno : messaggi, contatti e tutto il resto galleggiano online senza poter essere sfruttati. È quanto successo a Hotmail di Microsoft poco prima di Pasqua, nel primo mattino di venerdì 10, con un blackout temporaneo che ha provocato il broadcasting di un messaggio di “mailbox inesistente” nei confronti degli utenti sbigottiti che tentavano di accedere alla mail.

“Tutti i servizi di Hotmail sono ora tornati alla normalità e il problema è stato risolto” assicurano dal blog corporate di Windows Live, invitando chi fosse ancora in panne a rivolgersi al team di supporto del servizio Windows Live Help . Gli utenti che fossero incappati nello spiacevole messaggio sopraindicato pare possano stare tranquilli: le mailbox sono salve così come le mail e i contatti.

Il messaggio di “mailbox inesistente”, che chi scrive ha sperimentato anche attraverso un client di posta in locale, è stato erroneamente diffuso online a causa di qualcosa andato storto durante le procedure di “manutenzione ordinaria” , il che spiegherebbe la velocità di risoluzione del problema e la sua ridotta durata (un paio d’ore).

Rassicurazioni postume a parte, la situazione ha spaventato gli utenti di Hotmail (una delle prime webmail della storia del web), alcuni dei quali hanno detto di essersi preoccupati per aver apparentemente perso svariati “anni di contatti” e relativa corrispondenza.

Il problema al servizio di Hotmail contribuisce poi ad alimentare ulteriormente le polemiche sul modello di software-come-servizio e sulle appliance basate sul web , l’intelaiatura di quel cloud computing che è sulla bocca di tutti e viene osservato con molta attenzione dalle agenzie federali statunitensi. Già era capitato a Gmail nelle scorse settimane , ora succede su Hotmail, il business model SaaS (software-as-a-service) sembra non riuscire a dimostrarsi completamente affidabile per utenti e aziende. Che soprattutto in un periodo di crisi profonda come quello corrente si trovano a dover scegliere se investire in un mercato che attualmente assicura risparmi infrastrutturali ma anche problemi per asset fondamentali come le email e la messaggistica corporate.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 apr 2009
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