Goldman Sachs contro un blogger e i suoi domini

Goldman Sachs contro un blogger e i suoi domini

La potente banca d'affari statunitense se la prende con chi la critica online: invia missive minacciose e si appella al diritto d'autore
La potente banca d'affari statunitense se la prende con chi la critica online: invia missive minacciose e si appella al diritto d'autore

I nomi di dominio che ricalcano marchi famosi sono da sempre al centro di contese e corse alla registrazione da parte delle società interessate come di chi vuole servirsene per criticarle. C’è chi prova a risolvere il problema a priori registrando anzitempo i domini più sensibili , e c’è poi chi si trova costretto a muoversi solo dopo la comparsa online di tali URL . E di solito la reazione è tutto fuorché amicale.

L’ultimo incidente di una lunga e storica serie di contese coinvolge l’istituto finanziario Goldman Sachs e il blogger Mike Morgan, che ha in questi mesi registrato nomi di dominio quali www.goldmansachs666.com e www.goldmansachs13.com usandoli poi come megafono del dissenso nei confronti del comportamento della banca nel periodo della crisi economica e finanziaria mondiale.

Goldman Sachs è uno di quegli istituti finanziari che riescono a “cavalcare” l’onda della recessione e a sopravvivere meglio di altri, e Morgan adopera il suddetto megafono per riportare articoli e documentazione critica nei confronti della banca, accusandola senza particolare rispetto di manipolazione del mercato azionario, frodi nei confronti dell’ AIG , falsa testimonianza del CEO davanti al Congresso e via di questo passo.

Il problema sorge allorché GS decide di inviare una lettera a Morgan, sostenendo che stia abusando del marchio e dei nomi di dominio in oggetto. A questo punto Morgan decide di giocare d’anticipo, e piuttosto che aspettare gli eventi li provoca chiamando GS davanti ad un tribunale della Florida, per evitare che la banca si prenda i suoi domini senza colpo ferire.

La causa, l’ultima di una tradizione oramai consolidata, sembrerebbe molto simile a quella conclusasi appena un mese fa e riguardante la catena di vendita al dettaglio Wal-Mart, costretta ad accettare la decisione del giudice di rigettare le sue pretese nei confronti dei nomi di dominio anti-Wal-Mart walocaust.com e walqueda.com .

Ma un portavoce di Goldman Sachs circostanzia l’azione della società dicendo che in questo caso non si tratta di censurare le opinioni bensì di difendere le proprietà intellettuali proprie di GS. La lettera inviata a Morgan, dice il portavoce, è nata anche dal fatto che nei siti in oggetto non veniva specificata in alcun modo l’estraneità di GS rispetto ai contenuti in essi presenti.

Ora quel disclaimer è in bella mostra sui siti di proprietà del battagliero Morgan, ma Goldman Sachs non ha voluto commentare sulla possibilità di interrompere l’azione legale già avviata. Cercando su Google, inoltre, è facile verificare l’esistenza di altri siti anti-GS senza disclaimer, nei confronti dei quali la banca non si è comunque mossa per proteggere e il proprio marchio come ha fatto nel caso di Morgan.

L’eterna contesa sui nomi di dominio continua, e anche l’ex presidente americano Bill Clinton dice ora di rivolere indietro quelli riconducibili a lui e alla sua attività politica dopo averli lasciati nelle mani di un investigatore privato che, guarda caso, ha ficcato il naso negli affari del suo staff e di certe corrispondenze ricevute abusando dei servizi pagati dai contribuenti.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 apr 2009
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