Se chiami t'acciuffo

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Un nuovo dispositivo che fa affidamento su una serie di sensori promette di localizzare in tempo reale i cellulari all'interno dei penitenziari
Un nuovo dispositivo che fa affidamento su una serie di sensori promette di localizzare in tempo reale i cellulari all'interno dei penitenziari

Roma – Rendere disponibile l’utilizzo del cellulare ai detenuti viene considerato un vero e proprio rischio, dal momento che così come può essere utilizzato per sentire amici e parenti, il dispositivo può anche essere utilizzato per far proseguire le attività criminali. Nonostante i vari controlli, molti cellulari riescono ad arrivare tra le sbarre, ponendo quindi la necessità di trovare soluzioni, tecnologiche e non, per ovviare al problema.

Se bloccare i segnali non sembra essere una soluzione redditizia, le nuove soluzioni tecnologiche offerte dal mercato sembrano essere molto più efficaci: è questo il caso di Cell Hound , sistema di sorveglianza ideato da ITT IIW in grado di localizzare la precisa posizione di un dispositivo mobile nel momento esatto in cui viene utilizzato. Il sistema si compone di una serie di sensori collegati via Ethernet alla centralina e di un’interfaccia software utile anche a registrare i dati generati.

Il suo funzionamento è semplice: quando un dispositivo mobile si connette alla rete per ricevere o per effettuare una chiamata viene intercettato dai sensori che forniscono i dati sulla posizione in tempo reale del dispositivo, permettendo al personale in servizio di localizzare sulla mappa dell’edificio, precedentemente caricata sul sistema, l’effettiva posizione del cellulare.

Nel contempo il software provvede a realizzare un report completo delle attività svolte, registrando dati utili come ora e posizione dei dispositivi intercettati, informazioni che possono risultare molto utili nel caso che la zona controllata sia appunto un penitenziario. Il sistema è in grado di catturare l’attività sulle reti cellulari anche in caso di invio o di ricezione di SMS o MMS.

Ma non è solo alle varie case circondariali che potrebbe risultare utile un servizio del genere: secondo ITT un dispositivo simile potrebbe essere installato anche per aumentare la sicurezza a livello aziendale in materia di protezione della proprietà intellettuale. L’azienda suggerisce che si potrebbero, ad esempio, intercettare email che contengono documenti sensibili da non divulgare a terzi. In precedenza, oltre ad alcune soluzioni tecnologiche definite costose ed inefficienti, un valido supporto alla lotta ai cellulari abusivi è stato quello fornito dal fine olfatto canino, utilizzato per riconoscere e scovare i dispositivi mobili proprio all’interno dei penitenziari.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
28 apr 2009
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