OOXML, Microsoft spinge sull'interoperabilità

OOXML, Microsoft spinge sull'interoperabilità

Microsoft sta collaborando alla realizzazione di un tool online per la validazione dei documenti in formato OOXML, nella speranza che ciò migliori l'interoperabilità tra differenti implementazioni dello standard
Microsoft sta collaborando alla realizzazione di un tool online per la validazione dei documenti in formato OOXML, nella speranza che ciò migliori l'interoperabilità tra differenti implementazioni dello standard

Negli ultimi anni Microsoft ha compreso che favorire l’interoperabilità non è più soltanto un modo per ottemperare alle normative antitrust, ma un requisito fondamentale per continuare a competere sul mercato, specie su quello dei software per la produttività. Di recente gli sforzi compiuti dal colosso di Redmond per migliorare l’interoperabilità di Office si sono concretizzati nella creazione degli standard ECMA-376 e ISO/IEC 29500 , meglio noti come Open Office XML ( OOXML ). La mamma di Windows ammette però che la creazione degli standard è solo un primo passo verso il traguardo dell’interoperabilità.

Per tale ragione, insieme all’istituto tedesco Fraunhofer FOKUS e ad un gruppo internazionale di esperti, Microsoft sta sviluppando uno strumento online utilizzabile dalle organizzazioni per verificare l’aderenza dei loro documenti allo standard OOXML.

BigM afferma che gli standard sono concepiti per permettere agli utenti di leggere e scrivere gli stessi documenti indipendentemente dal software e dalla piattaforma utilizzata. Il problema, ammette BigM, è che ogni produttore può implementare lo stesso standard in maniera differente, rendendo spesso la piena interoperabilità tra suite per l’ufficio di vendor diversi soltanto un’utopia. Microsoft si è scontrata con questo problema in prima persona: la sua implementazione di OpenDocument (ODF), introdotta in Office 2007 con il recente Service Pack 2 , appare infatti ancora lontana dal fornire una buona interoperabilità con le altre applicazioni che supportano ODF.

“L’introduzione di standard aperti come ISO/IEC 29500 è il primo passo verso una nuova era dell’interoperabilità tra documenti, ma non abbiamo garanzie che ogni implementazione dello standard sia corretta finché non troviamo un modo per testare il suo output”, ha commentato Klaus-Peter Eckert, ricercatore senior presso Fraunhofer Fokus.

Il progetto avviato dall’istituto tedesco, e illustrato presso un incontro della Document Interoperability Initiative ( DII ) svoltosi a Londra, prevede la realizzazione di una libreria di test e di un tool per la validazione dei documenti: queste risorse, di cui Microsoft sta finanziando lo sviluppo, verranno rese accessibili via Web.

Nel frattempo Microsoft continua ad aggiornare i suoi preesistenti tool per l’interoperabilità, le cui nuove versioni sono state rilasciate proprio negli scorsi giorni. L’ Open XML Document Viewer , che converte i documenti di testo DOCX in file HTML standard (dunque leggibili con qualsiasi browser), è arrivato alla versione 1.0, ed ora include anche un plug-in per Opera. Il progetto comprendeva già i plug-in per Firefox e Internet Explorer 7/8.

Apache POI 3.5 , una serie di librerie JAVA per leggere e scrivere i documenti DOCX, XLSX (foglio di calcolo) e PPTX (presentazioni), è invece giunta alla versione 3.5 Beta, e promette di estendere il supporto a XLSX e migliorare quello a DOCX e PPTX.

Il Binary to Open XML (B2X) Translator , originariamente pensato per convertire il formato binario DOC di Word nel rispettivo formato OOXML, ha ora aggiunto il supporto ai documenti XLS e PPT. Come noto, questi erano i formati predefiniti di Office prima dell’introduzione, con l’edizione 2007, della specifica Office XML.

Infine, Microsoft afferma che è stato migliorato il ben noto Open XML-ODF Translator , disponibile come add-on per le versioni XP, 2003 e 2007 di Office. Come si è detto, però, il SP2 ha introdotto in Office 2007 il supporto nativo a ODF, seppure la qualità delle conversioni viene considerata da più parti meno accurata e compatibile rispetto a quella fornita dall’Open XML-ODF Translator.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
20 mag 2009
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