Roma – IBM si trova impelagata in Svizzera in un procedimento legale che l’accusa di aver collaborato con il regime nazista di Adolf Hitler e aver sostenuto con le proprie tecnologie la più grande tragedia dell’umanità nel secolo scorso, l’Olocausto.
La storia non è affatto nuova e deriva da un libro di Edwin Black (“I.B.M. and the Holocaust: The Strategic Alliance Between Nazi Germany and Americàs Most Powerful Corporation”) secondo cui vi sarebbero le prove di un diretto coinvolgimento dell’azienda nelle strategie tecnologiche e di stermino di Hitler.
Sulla questione già si sono svolti due procedimenti in Germania e in Svizzera conclusi con un nulla di fatto e sulla denuncia del popolo Rom che ha ora trovato un primo accoglimento IBM si è limitata a far sapere che il caso “è privo di fondamento”.
Sono circa 600mila i membri del “popolo nomade” che si ritiene siano stati uccisi negli anni dell’Olocausto.