Il clone in bancarotta

Il clone in bancarotta

Psystar porta i libri in tribunale. Apple messa in stand by. In attesa di scoprire se davvero dietro al produttore della Florida si nasconde l'uomo nero
Psystar porta i libri in tribunale. Apple messa in stand by. In attesa di scoprire se davvero dietro al produttore della Florida si nasconde l'uomo nero

Capitolo 11, vale a dire l’articolo della legge sulla bancarotta che negli Stati Uniti consente di portare a termine una procedura morbida di liquidazione dei creditori: Psystar, il primo e il più combattivo dei clonatori Mac, non ha risposto alle pressanti richieste di Apple di fornire le informazioni sui propri conti e ha preferito piuttosto portare i libri in tribunale . Una scelta che, a seconda delle interpretazioni, può essere vista come una vittoria per Cupertino o un’abile mossa dei legali dell’azienda di Miami.

L’ ultimo pronunciamento del giudice, arrivato appena qualche giorno fa, obbligava Psystar a fornire improrogabilmente entro il 18 maggio tutte le informazioni sui propri bilanci come richiesto da Apple. Passata la scadenza, senza che nessuna informazione fosse giunta, la multa che la corte avrebbe potuto comminare sarebbe stata probabilmente proporzionata al ritardo: il 21 maggio , invece, con la consegna dei documenti per avviare la bancarotta controllata l’intero procedimento per infrazione di copyright viene sospeso. Si riprenderà, forse, in futuro.

La procedura in questi casi prevede infatti che ogni altra causa pendente che coinvolga l’azienda fallimentare venga arrestata: una corte verrà incaricata di seguire il procedimento di attuazione del Capitolo 11, con conseguente liquidazione dei debiti prima i cosiddetti creditori sicuri e solo in seguito a tutti gli altri. Apple, da parte sua, potrebbe presentarsi all’udienza convocata il prossimo 5 giugno per reclamare la sua parte dei beni Psystar : il giudice potrebbe accogliere la richiesta, implicando implicitamente la colpevolezza di Psystar, oppure rimandare la decisione ad altri.

In ogni caso, Apple verrebbe inserita nella lista secondaria dei creditori: seppure le venisse attribuito un indennizzo milionario, si dovrebbe accontentare di spartirsi le briciole delle eventuali rimanenze, dopo che tutti gli altri creditori avranno già banchettato.

Un altro aspetto peculiare del Capitolo 11 è la possibilità per chiunque altro ritenga di vantare dei crediti nei confronti di Psystar di presentarsi alla stessa udienza del 5 giugno per fare altrettanto: in quella occasione, insomma, se esistessero davvero finanziatori occulti del clonatore (come lasciato intendere anche dalla stessa Apple) potrebbero manifestarsi. Oppure, come sottolineato dagli addetti ai lavori, potrebbero semplicemente rinunciare ai soldi spesi e rimanere per sempre nell’oblio.

Per il momento, tra i documenti inerenti la bancarotta controllata si evince che il totale dei debiti di Psystar si attesta attorno ai 250mila dollari , metà dei quali sono dovuti praticamente ad un debito contratto con il CEO/fondatore della società: Rudy Petraza. Altri 88mila dollari e spiccioli sono una parcella da saldare allo studio legale che fin qui ha rappresentato in tribunale l’azienda, e poi ci sono alcune migliaia di dollari di fatture che arrivano da spedizionieri e persino tasse non pagate. All’attivo circa 50mila dollari in beni mobili e immobili.

Curiosamente, Psystar non cita il contenzioso con Apple tra le cause del proprio fallimento: secondo quanto riportato nelle carte, il crack degli affari sarebbe legato alle condizioni attuali del mercato che avrebbero impedito di guadagnare abbastanza da tenere in piedi la baracca. A causa della riduzione del credito le scadenze si sono fatte pressanti , alcuni fornitori non hanno garantito l’approvvigionamento richiesto di componenti, e per garantire un adeguato livello del servizio Psystar si è vista costretta a rivolgersi altrove a prezzi peggiori riducendo drasticamente i propri margini.

Insomma, in altre condizioni e con un po’ più di respiro le cose sarebbero potute anche andare diversamente. Non è escluso , e la richiesta del Capitolo 11 in luogo del 7 (il fallimento classico) ne è la dimostrazione, che in futuro Psystar ci possa riprovare : in questo senso, la mossa di avviare la bancarotta potrebbe essere anche l’ennesima strategia difensiva. Archiviata la pratica copyright magari con una sanzione minima, si potrebbe ricominciare da dove si era interrotto: oppure , ci saranno mesi di tempo per riorganizzarsi e riarmare le bocche da fuoco per una strategia difensiva al fulmicotone capace di stracciare in un sol colpo l’EULA di Mac OSX.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 28 mag 2009
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