Esse vivono

Esse vivono

di Fabrizio Bartoloni - Cinque tecnologie che sono sopravvissute a tempi bui, e che continuano ad operare nell'ombra. Da PowerVR a Power PC, da Forth e OpenVMS, passando per ARM
di Fabrizio Bartoloni - Cinque tecnologie che sono sopravvissute a tempi bui, e che continuano ad operare nell'ombra. Da PowerVR a Power PC, da Forth e OpenVMS, passando per ARM

Dimenticate il celacanto , il limulo e gli altri fossili viventi sopravvissuti nei più remoti angoli del Pianeta: queste cinque tecnologie sono scomparse dalla nostra vista per aggirarsi invisibili in case e uffici, all’apparenza estinte godono invece di grande popolarità.

PowerVR
Si battè con 3DFX nella seconda metà degli anni ’90 per il lucroso mercato dell’hardware 3D sui PC, l’affermarsi di Direct3D e OpenGL sul fronte software e della successiva coppia di testa ATI-Nvidia su quello delle schede grafiche spazzarono via le due contendenti iniziali. Trascorso un periodo di idillio con Sega grazie al Dreamcast, anche il mercato delle console si fece stretto, la casa giapponese per sopravvivere alle difficoltà finanziarie abbandonò la macchina concentrandosi sullo sviluppo dei giochi mentre Nvidia si aggiudicava la GPU dell’Xbox e ATI aveva messo piede sul Gamecube (da lì si sarebbe espansa a XBox360 e Wii). Ma la vendetta è un piatto da consumare freddo: il lavoro svolto nella miniaturizzazione e nel taglio all’osso dei consumi aprì la strada al florido mercato mobile, e la tecnologia PowerVR concessa in licenza alimenta il 3D di navigatori satellitari, iPhone, alcuni modelli della Serie N di Nokia oltre ad una pletora di altri telefoni e dispositivi affini lasciando stavolta Nvidia e ATI in posizione minoritaria.

Forth
I vecchi linguaggi come il COBOL sono sopravvissuti fino ai giorni nostri grazie all’assenza di una ragionevole politica di mantenimento e upgrade delle applicazioni installate in sistemi critici, di solito mainframe statali, e questo anche nell’avanzatissima California delle startup e della Silicon Valley. Col Forth è tutta un’altra storia. Nonostante di interpreti ne esistessero per ogni microcomputer e fosse tra i primi compilatori disponibili su ciascun processore alla fine degli anni ’70, l’arrivo di moltissimi modelli col ben più facile da imparare BASIC preinstallato da una parte e la velocità offerta da linguaggio macchina/assembly dall’altra, gli sottrassero presto tutta la scena. Eppure la sua stessa struttura l’ha reso strumento duttile e ideale per quegli ambienti in cui senza un filesystem e con pochissima memoria sia necessario effettuare operazioni delicate: gli interpreti Forth popolano i firmware (l’ OpenFirmware usato nei vecchi Mac, nelle schede OpenPOP della IBM e il recente OLPC XO-1 su tutti), i microcontroller, e altri sistemi minimali.

PowerPC
Nata in ambito workstation tra le mani di IBM l’architettura Power (di cui il PowerPC è una delle implementazioni) raggiunse il segmento desktop grazie a Apple e alla sua triplice alleanza con IBM e Motorola per sviluppare e promuovere questa soluzione RISC, proprio il suo miglior cliente le voltò le spalle quando la migrazione all’X86 pianificata da Jobs sin dagli esordi di OSX si concretizzò nel 2005. Tutto pareva volgere al peggio quando accordi di Big Blue hanno strappato l’ en plein con le console di nuova generazione: suoi i chip al cuore di PS3, Wii e XBox360, quest’ultimo caso ancor più clamoroso per aver visto Microsoft, unita nell’immaginario pubblico a Intel, migrare al PPC.

OpenVMS
Il sistema operativo VMS, presentatosi al mondo alla fine dei Settanta battendo un umano in una partita di Scarabeo è stato a lungo sinonimo di VAX, la famiglia di computer della DEC per cui è nato. Col declino di queste workstation ne fu curato il porting verso la CPU Alpha (ad un certo punto la più veloce al mondo), e questo fu l’inizio di una serie di passaggi di mano : la casa madre DEC verrà rilevata da Compaq, a sua volta assorbita da HP, mentre nel 2001 il nuovo salto architetturale è da Alpha all’ Itanium di Intel. Le sequele di compravendite e i frequenti cambiamenti di hardware di riferimento sono soliti danneggiare un qualsiasi prodotto informatico: la solidità di VMS nonostante la concorrenza di fior fiore di UNIX commerciali e dello stesso Linux sembra immune, a lei si affidano la Borsa di Francoforte, Amazon, le Poste USA e molti altri fornitori di servizi cui ci rivolgiamo in maniera diretta o indiretta ogni giorno.

ARM
Sono lontani i giorni in cui questa famiglia di CPU dava potere all’ Archimedes e ai suoi eredi, chi non ricorda Zarch (conosciuto altrove come “Virus”), lo sparatutto scritto in BASIC (!) da David Braben in grado di dare la birra a molti giochi coevi sugli allora futuristici Amiga e Atari ST? I vantaggi di un set di istruzioni ridotto (RISC) rispetto alla predominante scelta CISC, evidenziati al grande pubblico ben prima dell’avvento dei PowerPC in ambito consumer, furono eclissati dalle contenute vendite del 32 bit Acorn fuori dalle aule scolastiche della Gran Bretagna. Per sua fortuna ARM riuscì a svincolarsi dal triste e immeritato destino di quella macchina e della sua proprietaria Acorn in generale costituendosi in SRL, e trovò fortuna come microprocessore di cellulari e palmari (nelle incarnazioni XScale, StrongARM etc) dove detiene un ruolo quasi monopolistico.

Fabrizio Bartoloni

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Pubblicato il
28 mag 2009
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