Quando l'ADSL si... sdoppia

Quando l'ADSL si... sdoppia

Un lettore racconta di come gli sia capitato di usare un servizio ADSL e di vedersi addebitata la connessione anche da parte di un altro fornitore
Un lettore racconta di come gli sia capitato di usare un servizio ADSL e di vedersi addebitata la connessione anche da parte di un altro fornitore


Roma – Spett.le redazione di Punto Informatico, vi scrivo per narrare due delle infinite avventure alle quali si rischia di andare incontro quando si viene all’ADSL, in questo caso quello fornito da Telecom Italia.

Premessa: la mia azienda, tra le altre cose, segue anche le installazioni di apparecchiature per il collegamento ad Internet presso i propri clienti, quindi capita spesso che noi, in nome e per conto dei nostri clienti, ci sorbiamo le dolci musichette di attesa sia di Telecom che di Tin.

Prima avventura (capitata direttamente a noi):

nel maggio 2001 sottoscrivo on-line l’offerta ADSL di TIN. Dopo due mesi di buio totale di notizie (anche dopo diverse chiamate al loro centro di assistenza) mando una bella raccomandata di disdetta e contatto direttamente Telecom per una ADSL Interbusiness.

Ai primi di agosto del 2001 siamo on-line con Telecom. Tutto bene fino a dicembre 2001 quando chiama il servizio clienti di TIN chiedendo alla nostra impiegata se la linea ADSL funzionava. La persona interpellata ha candidamente ammesso che la ADSL era ok senza però specificare che era fornito da un altro gestore. Risultato: a gennaio cominciano ad arrivarmi fatture di SEAT/TIN.IT per il servizio ADSL che io non solo avevo disdetto ma che pure non è mai stato attivato.

Ho chiamato il loro centro assistenza per avere lumi e mi hanno risposto che loro avevano verificato presso il nostro ufficio che la linea ADSL funzionava e che quindi loro erano a posto. Ho chiesto allora che recuperassero una copia del rapporto di intervento del tecnico che era venuta ad attivarla e che aveva consegnato il router: niente.

Ho chiesto allora che facessero un controllo del traffico transitato attraverso il presunto account assegnatoci: hanno scoperto che non era mai stato passato nemmeno un byte.. Risultato: continuo a ricevere fatture di SEAT/TIN.IT e, regolarmente, le rispedisco al mittente.


Seconda avventura (a un nostro cliente): sempre con TIN.IT uno studio professionale nostro cliente sottoscrive, nel dicembre 2001 un contratto per l’ADSL flat. Tutto bene fino al 10 Agosto 2002 quando il cliente riceve una raccomandata nella quale si annuncia che il servizio verrà disattivato il 19 agosto 2002 causa fatture impagate.

Il cliente controlla e si avvede dell’errore: ed immediatamente (il giorno 12) bonifica l’importo a saldo. Niente da fare: la linea viene disattivata il 15 ovvero 4 giorni prima del termine stabilito.

Il call-center comunque ci tranquillizza e ci dice che in pochi giorni la cosa si sarebbe risolta. Passano i mesi: intanto il cliente ritorna ad un vecchio collegamento ISDN. Finalmente il 20 dicembre 2002 (dopo quattro mesi e qualche migliaio di telefonate) TIN annuncia che la linea è stata riattivata. In effetti sul router il collegamento c’è ma non è possibile uscire.
Altre telefonate e si scopre che Telecom (gestore dei cavi) ha sì riattivato la linea ma in centrale è stata attivata un’altra coppia di cavi: richiesta uscita di un tecnico per portare i nuovi cavi alla sede del cliente. Arriva il tecnico, attacca i nuovi cavi, li testa con un suo modem ADSL e se ne va.

Quando noi arriviamo dal cliente riattacchiamo il router ma lo stesso non rileva nessuna portante ADSL: ennesima chiamata a TIN la quale ci rimanda a TELECOM presso la quale troviamo un tecnico che diagnostica segnale di linea troppo debole. Siamo al 3 di febbraio 2003 (6 mesi dopo il fattaccio) ed il cliente è ancora senza ADSL: il tutto con TIN che ha ripreso a fatturare il canone del servizio da dicembre.

Terza avventura (capitata a noi): a Dicembre 2002 decidiamo di cambiare gestore della Telefonia da Telecom verso Albacom aderendo
alla formula AlbaSpeed. Da due mesi Albacom cerca di ottenere il trasferimento della numerazione da parte di Telecom e ancora non vi è riuscita. Tra le varie scuse addotte da Telecom quella più comica è che non è possibile trasferire le linee in quanto sono linee “duplex”. A parte il fatto che non ho mai sentito parlare di linee ISDN in duplex (ne abbiamo sei) ma il “duplex” non è stato abolito da qualche annetto?

Concludo con una domanda: le perdite di tempo e di denaro chi ce le ripaga?

Grazie
Andrea Lanfranchi

Caro Andrea
abbiamo anche noi segnalato la vicenda a Telecom Italia e siamo fiduciosi di poter pubblicare su queste pagine un lieto epilogo delle questioni ancora in sospeso. Un saluto, la Redazione

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Pubblicato il
7 feb 2003
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