La UE scende in campo per la fibra

La UE scende in campo per la fibra

Seconda bozza delle raccomandazioni comunitarie in materia di Next Generation Access. Piovono le critiche di alcuni, in attesa della consultazione
Seconda bozza delle raccomandazioni comunitarie in materia di Next Generation Access. Piovono le critiche di alcuni, in attesa della consultazione

Ci sarà tempo fino al 24 luglio per prendere parte alla discussione sulla seconda bozza delle raccomandazioni della Commissione Europea in materia di regolamentazione delle reti NGA. Mentre in Italia ferve la discussione attorno al Rapporto Caio , presentato di recente al Senato, a Bruxelles si lavora al quadro comune continentale al quale i diversi organismi nazionali dovranno fare riferimento per regolare l’ approccio e l’accesso alle reti ad alta velocità di nuova generazione.

Nella nuova bozza, già aspramente criticata ma che potrebbe divenire virtualmente nulla con il rinnovo della Commissione dopo le elezioni, alcune posizioni nei confronti dei cosiddetti first mover e degli eventuali incumbent vengono ammorbidite: promuovendo la creazioni di reti multi fibra in partenza (al prezzo di un aumento di costo marginale in fase di costruzione), e prevedendo l’eventuale accordo di almeno due soggetti per la condivisione del rischio, la UE allenterebbe le restrizioni in ottica pro-competitiva.

In altre parole: qualora l’operatore principale del mercato si accordasse con un concorrente per condividere l’onere dell’investimento e il rischio di creare una rete in fibra, rischio che la Commissione giudica elevato a causa dell’imprevidibilità della domanda dei servizi forniti tramite NGA, le authority nazionali dovrebbero ritenere soddisfatti i principi antimonopolistici. Al proprietario della nuova rete, in questo caso, non dovrebbe spettare il compito di fornire offerte wholesale o bitstream per l’accesso all’infrastruttura: la disponibilità di diverse fibre, potenzialmente tutte collegate alle abitazioni della popolazione (FTTH), basterebbero per consentire un’autentica concorrenza.

A caldo giunge la dichiarazione di ECTA, associazione che riunisce molti operatori telefonici europei: l’organismo in una nota si definisce “contrario alla posizione della Commissione poiché incline a limitare la scelta dei consumatori e potenzialmente condurrebbe a pratiche collusive”. Molto duro Innocenzo Genna , presidente ECTA, che dichiara senza mezzi termini la sua sorpresa e il suo disappunto per la bozza presentata: “La Commissione europea, che dovrebbe essere arbitro della competizione, sembra aver derogato alla sua ferma posizione in materia di vacanze regolamentari nel settore delle telecomunicazioni”.

Secondo Genna non c’è dubbio che “Aziende dominanti come Deutsche Telekom hanno fatto pressioni sulla Commissione ai massimi livelli per allentare le regole comunitarie, ma ci sono ragioni più che solide per spingere la Commissione a tenere duro. I consumatori tedeschi hanno registrato scarsi benefici dagli investimenti di Deutsche Telekom nella tecnologia vDSL, poiché l’incumbent ha stretto accordi regionali escludendo le rivali, controllando il mercato al dettaglio e soffocando l’innovazione”.

Per ECTA e per il suo presidente, l’investimento che le aziende dovranno sopportare per la creazione della rete NGA può essere assicurato solo da un regime regolamentare fortemente garantista della competizione : “Accogliamo con favore il principio degli operatori che investono assieme e condividono i ritorni. Se la competizione e la scelta per i consumatori sono garantite allora le regole possono essere accantonate. Ma non abbiamo visto alcun segno – conclude Genna – che gli incumbent siano seriamente interessati a negoziare in buona fede con i loro rivali, se non per allungare e complicare il processo. L’unica alternativa è una regolamentazione efficace (del settore, ndr)”. ( L.A. )

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Pubblicato il
12 giu 2009
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