Napster minaccia Aimster e soci

Napster minaccia Aimster e soci

I filtri chiaramente non funzionano granché. Dopo poche ore dalla loro applicazione già giravano in Rete vari sistemi per continuare a scambiare musica, filtri o non filtri. L'azienda ora cerca un garante, se il giudice ci sta
I filtri chiaramente non funzionano granché. Dopo poche ore dalla loro applicazione già giravano in Rete vari sistemi per continuare a scambiare musica, filtri o non filtri. L'azienda ora cerca un garante, se il giudice ci sta


Washington (USA) – Nelle mani della BMG è ormai rimasto poco del Napster originario. Incapace di rendere efficaci i propri filtri, che tutto fanno meno che fermare lo scambio di file musicali tra gli utenti del sistemone, l’azienda sta ora cercando di convincere il giudice Marylin Patel che quello che ci vuole è un “garante” esterno alla situazione, un “terzo” che possa aiutare a fare di Napster un sistema davvero blindato.

Al giudice Patel, il CEO di Napster Hank Barry ha spiegato che sebbene i filtri non siano così efficaci, l’azienda sta facendo alla lettera quello che è richiesto dal tribunale. E ha chiesto la nomina di un perito che possa valutare gli sforzi fatti.

Secondo Barry, in totale sono circa 150mila i file interessati dai filtri che in questi giorni vengono continuamente aggiornati per cercare di stare dietro alle diverse metodologie adottate dagli utenti per superarli. Barry ha ammesso davanti al giudice che lo sviluppo di filtri capaci di fare quello che chiedono il tribunale e l’industria discografica richiede un certo tempo.

Non contento, Barry si sta muovendo con Copyright.net ed altri per cercare di impedire che vi siano siti e sistemi distribuiti in Rete che consentano di aggirare i filtri. I primi obiettivi sono quei siti che offrono software capace di codificare il nome del file mp3 e il suo contenuto in modo tale da creare file che siano anche legalmente inespugnabili per i discografici.

Pare che Barry abbia ottenuto da Aimster , il più popolare e “temibile” tra questi produttori, l’assenso a non diffondere più queste tecnologie. Un assenso che secondo alcuni sarebbe stato “strappato” con la minaccia che, in caso contrario, si sarebbe proceduti per vie legali, per “favoreggiamento alla pirateria”.

Rimane da vedere se questo basterà a Napster e al tribunale. Sono in molti a dubitarne, vista la sempre maggiore diffusione dei sistemi alternativi e la conoscenza sempre più approfondita che gli utenti hanno dei più attendibili tra questi. Ed è un peccato che Aimster abbia detto di sì a Napster, perché una battaglia legale per “favoreggiamento della pirateria” intentata da Napster o BMG contro Aimster sarebbe stata per tutti molto istruttiva.

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Pubblicato il
15 mar 2001
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