Il diritto ai dati

Il diritto ai dati

Nel Regno Unito e negli Stati Uniti si gioca la partita dell'open access. Anche grazie all'autorevole parere di Sir Tim Berners-Lee
Nel Regno Unito e negli Stati Uniti si gioca la partita dell'open access. Anche grazie all'autorevole parere di Sir Tim Berners-Lee

Sir Tim Berners-Lee ha pubblicato i suoi suggerimenti su come rendere disponibili online i milioni di dati raccolti dalle agenzie governative. Berners-Lee, il padre del Web di cui il primo ministro Gordon Brown aveva espressamente chiesto la collaborazione , ha pubblicato un documento in cui elenca le priorità tecniche su cui concentrarsi.

Mentre, infatti, negli Stati Uniti l’idea di rendere facilmente accessibile online i dati e le statistiche raccolte dal governo si sta mettendo già in pratica con il sito data.gov , grazie al Chief Information Officer Vivek Kundra già fautore dell’ Open Access nel suo ruolo di CTO del Distretto di Columbia, sull’altra sponda dell’Atlantico si sta cercando di dar seguito all’impegno di Gordon Brown. Nei giorni scorsi, inoltre, anche il leader dei conservatori inglese David Cameron ha manifestato il proprio appoggio ad un cosiddetto “diritto ai dati” .

Proseguendo nella scia di una questione già portata all’attenzione da varie organizzazioni della società civile , il dibattito pubblico verterà ora sulle problematiche relative alla privacy, al possibile utilizzo commerciale dei dati divulgati, nonché da quali far partire il processo (nel Regno Unito si parla di iniziare dal divulgare le note spese mensili dei deputati e le statistiche sui disservizi della pubblica amministrazione).

Berners-Lee, intanto, ha pubblicato le sue riflessioni (tecniche) dopo alcuni incontri avuti con vari rappresentanti di Governo statunitensi e britannici. Il padre del Web afferma innanzitutto che “i dati grezzi debbano essere messi a disposizione il prima possibile . Preferibilmente – aggiunge – caricati come Linked Data “. Dovranno, inoltre, essere disponibili in RDF e in una forma tale da poterne garantire l’accesso con strumenti open source come D2RServer e Triplify .

Con un open format , infatti, saranno modulabili e gestiti più facilmente dagli utenti. Un’ulteriore priorità sarà la possibilità di linkarli a fonti esterne per maggiore completezza. Ultimo step previsto da Berners-Lee è la strutturazione in interfacce semplici , da utilizzare per tutti gli utenti.

Sarà proprio l’utilizzo che ne faranno i cittadini a rivalutarli, dal momento che i possibili impieghi, ha notato Kundra, saranno sicuramente sorprendenti. Nella sua prima esperienza nel Distretto di Columbia, per esempio, è stato sviluppato, partendo dai dati messi a disposizione sulle statistiche criminali e sulle licenze per vendere liquori, StumbleSafely , che calcola il percorso più sicuro per tornare a casa dopo una nottata di bagordi. “La chiave – ha concluso – è riconoscere che non abbiamo il monopolio sulle buone idee e che il governo non ha risorse infinite”. Un chiaro proclama open source.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
30 giu 2009
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