USA, il futuro sono i cyberbacarozzi

USA, il futuro sono i cyberbacarozzi

Evolve la robotica, in grado ora di trasformare pacifici insetti in macchine da guerra. Nel mentre, l'Europa segue le linee tracciate dal Giappone, i cui robot saranno amichevoli e cooperativi
Evolve la robotica, in grado ora di trasformare pacifici insetti in macchine da guerra. Nel mentre, l'Europa segue le linee tracciate dal Giappone, i cui robot saranno amichevoli e cooperativi

C’è una linea etica, apparentemente invisibile, che passa sull’Atlantico e divide in due emisferi diversi l’industria robotica attuale: mentre in Europa e Asia i robot vengono visti prettamente come pacifici aiutanti il cui scopo è quello di aiutare l’essere umano, negli Stati Uniti uno dei campi di ricerca più caldo in materia di robotica è senz’ombra di dubbio quello militare . Mentre in Europa si seguono le orme del Giappone, negli USA la robotica assume connotati diversi, unendo pulsanti corpi organici a materie inorganiche.

Per il momento, l’uomo non c’entra, dal momento che il nuovo trend coinvolge uno dei regni animali più variegato ed esteso del pianeta, ovvero gli insetti: da tempo studiosi e scienziati vagliano la possibilità di utilizzare alcune delle specie più adatte allo scopo trasformandole in piccoli droni. Le sperimentazioni sono già attive da anni e, nonostante le proteste delle varie associazioni in difesa delle specie animali, non sembrano intenzionate a fermarsi.

La motivazione è quantomai semplice: costruire da zero piccoli droni risulta, nonostante i notevoli passi avanti fatti negli ultimi anni, ancora troppo dispendioso a livello economico ed energetico, necessità che ha spinto i ricercatori ad utilizzare gli insetti. In seguito si è trovato l’approccio più funzionale, ovvero quello di impiantare piccole apparecchiature elettroniche sulle corazze degli animali, procedura che oggi sembrerebbe essere stata rimpiazzata da una nuova tecnica che prevede l’ inserimento tramite operazione chirurgica di impianti elettronici. Stando al parere degli scienziati, con lo sviluppo dell’insetto, si integrano perfettamente nell’organismo, consentendo non solo di controllarne i movimenti agendo su muscoli e terminazioni nervose, ma anche di risolvere i problemi di autonomia dal momento che l’energia viene garantita dal metabolismo stesso dell’insetto.

Inoltre questi esperimenti, racchiusi all’interno del programma denominato Hybrid Insect Micro-Electro-Mechanical Systems , presentano ulteriori vantaggi per gli scienziati, dal momento che gli innesti vengono fatti in fase larvale: in questo periodo è possibile sfruttare la quasi completa immobilità dell’insetto, permettendo quindi di organizzare anche una produzione in serie. Una volta impiantati i dispositivi cibernetici, i cosiddetti cybug hanno tutto il tempo di riprendersi con calma dall’intervento, fino a raggiungere il successivo stadio evolutivo che, secondo i ricercatori, è caratterizzato dalla piena integrazione dei componenti installati .

A completare il tutto, una svariata serie di accessori in grado di equipaggiare gli insetti e renderli degli strumenti ideali da essere liberati sul campo di battaglia: tra la dotazione tecnica in possesso ai cybug vanno segnalate non solo le ormai onnipresenti videocamere, ma anche altri sensori utili, ad esempio, a identificare la presenza di gas tossici. Inoltre, per il futuro, si pensa anche ad estendere la vita dei cyber-insetti, inserendo, magari, anche dispositivi in grado di alimentarli. Così come avvenuto in passato, ricerche del genere sono state sovente oggetto di feroci critiche da parte di associazioni in tutela degli animali, che vedono atti simili come delle vere e proprie torture.

Di contro, in Europa si tende ad adottare un approccio molto più nipponico alla robotica, introducendo linee guida per l’ingresso in società dei robot come risposta al problema dell’invecchiamento generale della popolazione europea. Secondo quanto dichiarato da alcuni portavoce del progetto europeo CARE (Coordination Action for Robotics in Europe) la presenza di robot all’interno della società sarà entro il 2020 più che massiccia. I robot che verranno, così come in Giappone, avranno il compito di facilitare il lavoro, cooperando in maggiore autonomia sia tra di loro che con gli umani, divenendo utili anche in fatto di assistenza medica, assistendo quindi anziani e persone diversamente abili.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
17 lug 2009
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