Google Voice, prove tecniche di monetizzazione

Google Voice, prove tecniche di monetizzazione

L'azienda di Mountain View ha depositato un brevetto che fa luce sui progetti futuri del servizio di unificazione vocale. Che potrebbe essere basato sull'advertising
L'azienda di Mountain View ha depositato un brevetto che fa luce sui progetti futuri del servizio di unificazione vocale. Che potrebbe essere basato sull'advertising

Roma – Google Voice potrebbe imboccare con decisione la strada dell’advertising, prevedendo l’ascolto di messaggi pubblicitari per gli utenti in attesa di risposta ad una chiamata. L’ennesimo tentativo di monetizzazione a mezzo pubblicitario di BigG è confermato dal relativo brevetto appena depositato, che descrive ben tre diverse modalità di recapito del messaggio pubblicitario.

Come molti ricorderanno, Google Voice è un servizio offerto gratuitamente da Google che permette di unificare sotto un unico numero telefonico svariate utenze, siano esse fisse o mobile. Sin dalle prime fasi di sviluppo, l’azienda di Mountain View aveva ventilato l’ipotesi di costruire attorno al progetto un business model basato su spot pubblicitari . Un’ipotesi che è stata confermata dalla registrazione del brevetto denominato Ringback Advertising , in cui viene descritto il modo in cui il sistema recapiterà i messaggi pubblicitari agli utenti.

In particolare, il tutto viene affidato ad uno specifico software il cui compito è quello di pescare il momento più propizio per propinare il messaggio pubblicitario. Dal brevetto si evince che sono tre le possibilità a disposizione del sistema: in attesa di risposta, quando viene sospesa per l’avviso di chiamata o quando viene messa in attesa.

Il brevetto appena depositato per Google Voice potrebbe non tradursi di fatto per come è stato pensato: molte sono le incognite, anche dal momento che non sarebbero ancora chiari le eventuali basi dei vari accordi presi con le aziende che vorranno sfruttare gli annunci telefonici.

Alla luce di questa considerazione, quindi, ci si potrebbe aspettare che il servizio definitivo offerto da Google integri solo parte delle caratteristiche riportate nel brevetto. Ulteriori dettagli si avranno non appena il servizio verrà esteso a nuovi paesi. Nel mentre, il servizio di BigG continua a sondare il territorio statunitense, facendo forza anche sul rilascio dell’ applicazione mobile per smartphone RIM e Android, in attesa di un app specifica per iPhone.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
21 lug 2009
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