Quando Minority Report è marketing

Quando Minority Report è marketing

Le tecnologie di controllo basate sui movimenti del corpo incontrano gli ologrammi 3D. Anche se per ora lo fanno solo per galvanizzare la platea
Le tecnologie di controllo basate sui movimenti del corpo incontrano gli ologrammi 3D. Anche se per ora lo fanno solo per galvanizzare la platea

L’industria dell’hi-tech è sempre più portata a investire nelle interfacce di controllo gestuali controllate a distanza per mezzo di una telecamera, e se le applicazioni più promettenti sono quelle attualmente promesse dai giganti dell’intrattenimento (vedi alla voce Microsoft Natal ) le possibilità di impiego si allargano quando entrano in gioco gli ologrammi . Che vengono ad esempio sfruttati da Samsung nella presentazione di JET , il nuovo smartphone della casa sudcoreana.

Lo smartphone è stato lanciato con una serie di showcase tenuti contemporaneamente a Londra, Dubai e Singapore, e più che il dispositivo vero e proprio a fare notizia è stata la tecnologia usata per mettere in piedi lo spettacolo: il presentatore sul palco agita le mani nell’aria, generando (con un ritardo piuttosto pronunciato nella risposta) un susseguirsi di particelle 3D prima e portando poi in sovraesposizione tra lui e il pubblico lo smartphone.

Per dirla in maniera comprensibile a chi non manchi dalle sale cinematografiche da un paio di lustri, l’interfaccia di Samsung assomiglia parecchio a quella adoperata da Tom Cruise nel film sci-fi Minority Report , un sistema che nel 2002 poteva anche impressionare ma che oggi sembra quasi essere nell’ordine delle cose in via di commercializzazione di qui a qualche anno .

La tecnologia usata da Samsung (che unisce sensori di movimento, telecamere e proiezione di elementi olografici) è opera di D’strict , un’altra azienda coreana specializzata non già in smartphone quanto piuttosto nel genere di installazioni hi-tech usate per arringare le platee consumer come nel caso di JET. D’strict ha tra le altre cose realizzato anche un cabinato che abbina uno schermo tradizionale ai controlli fluttuanti nell’aria.

L’azienda sostiene che la sua sia la prima tecnologia in grado di combinare il motion sensing e gli ologrammi ma pare che dovrebbe quantomeno scalare al secondo posto di questa peculiare classifica. Il primato delle interfacce olografiche andrebbe infatti assegnato a Obscura Digital , realizzatrice già un anno fa di un sistema molto simile a quello adottato nello showcase Samsung.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 lug 2009
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