Microsoft vede Linux come un concorrente

Microsoft vede Linux come un concorrente

La crescita del Pinguino su mercati emergenti e l'esplosione dei netbook portano BigM ad alzare la guardia. Una sfida a cui si assiste anche per gli OS mobile
La crescita del Pinguino su mercati emergenti e l'esplosione dei netbook portano BigM ad alzare la guardia. Una sfida a cui si assiste anche per gli OS mobile

Linux, combinato con i netbook, rappresenta un concorrente da non sottovalutare: in una comunicazione alla US Securities and Exchange Commission (SEC), BigM ha espresso il suo parere circa la situazione attuale del mercato, considerando il settore dei PC desktop e quello, sempre più esteso, dei netbook. In particolare, l’azienda statunitense inizia a considerare come una minaccia l’avanzata dell’armata che viene identificata sotto la bandiera *nix.

Stando a quanto dichiarato in un report da poco rilasciato, Microsoft si trova ad affrontare “una forte competizione intrapresa da aziende con un diverso approccio al mercato del settore PC, tra cui Apple, Canonical e Red Hat”. Un orizzonte che si sarebbe delineato con l’azione combinata dei paesi emergenti, che puntano sulle licenze free di Linux per ridurre i costi, e degli economici netbook, prodotti anche da partner storici come HP, che abbinano alle distribuzioni Linux hardware dai costi contenuti.

Non si tratterebbe solo ed esclusivamente di una guerra tra OS: in seguito alle recenti decisioni dell’antitrust europeo volte a spezzare i legami tra i sistemi Windows e Internet Explorer, la competizione si sposta anche sul fronte dei browser, con l’avanzata di figure importanti come quelle di Mozilla, Opera, Apple nonché Google.

Proprio l’azienda di Mountain View sarebbe, anche se in maniera non del tutto volontaria, responsabile di una nuova minaccia, ovvero quella degli OS Mobile, grazie a quell’Android che continua ad affascinare partner storici come HTC. Infatti, come ricorderanno in molti, l’azienda taiwanese ha recentemente confermato l’intenzione di portare al 50 per cento la percentuale destinata alla produzione di smartphone basati su Android. Per non contare, infine, il nascente Chrome OS, pronto a buttarsi nella mischia.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
7 ago 2009
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