Il lato oscuro del parental control

Il lato oscuro del parental control

Un'azienda del settore sedotta dal fascino del marketing. Venderebbe al business stralci di conversazioni online tra ragazzi
Un'azienda del settore sedotta dal fascino del marketing. Venderebbe al business stralci di conversazioni online tra ragazzi

Fare il genitore è sempre stato un compito arduo, particolarmente se si tiene presente la sempre più fervida attività online del ragazzino medio armato di schermo e tastiera. Certamente d’aiuto si sono rivelati i diversi software di parental control , a costante presidio di un’innocenza minacciata da pornografia web e predatori sessuali più o meno virtuali. Quello che, forse, le coppie più preoccupate non sanno è che programmi del genere potrebbero spiare le discussioni online dei più piccoli , per poi vendere preziose informazioni al marketing.

A dipingere questo fosco retroscena nel rassicurante mondo della protezione elettronica dei minori è stata Associated Press che ha condotto un’inchiesta su un gruppo di software house fra cui Sentry e FamilySafe . Queste avrebbero, in pratica, la possibilità di leggere conversazioni private condotte dai ragazzi attraverso servizi di instant messaging come quelli forniti da Yahoo, MSN e AOL. Una sorta di grande o(re)cchio web con il preciso compito di annotare stralci rilevanti di chat a proposito di film, musica e videogame .

Il software spione in particolare viene sviluppato da EchoMetrix, azienda con base a Syosset, New York, che aveva già lanciato un servizio di data-mining chiamato Pulse , per fornire al business informazioni generali che delineassero un profilo del giovane navigatore medio. Il problema è sorto nel momento in cui Pulse si è dimostrato capace di leggere chat private, raccogliendo dati da blog, social network e forum . “Non conosciamo il nome del ragazzino che per i nostri computer è semplicemente Bobby37”: si è difeso così il CEO EchoMetrix Jeff Greene che ha sottolineato come la sua azienda sia in linea con le leggi statunitensi sulla privacy, non andando a raccogliere informazioni che consentano l’identificazione.

AP ha, tuttavia, aggiunto che Pulse è in grado di rivelare quello che a “Bobby37” piace, specificamente film in uscita, giochi per computer o marche d’abbigliamento. Preferenze dal sapore aureo per il palato del marketing e dei suoi messaggi mirati verso un target sensibile come quello dei minori. “Questo mi spaventa più di ogni altra cosa legata all’uso delle tecnologie di monitoraggio – ha dichiarato il legale Parry Aftab, impegnato nell’ambito della child safety – perché non è opportuno mettere a rischio le informazioni personali dei ragazzi”.

L’azienda produttrice ha negato di aver esposto i dati personali dei figli dei propri utenti, dal momento in cui non ha registrato nei database né nomi propri né recapiti. AP – che ha provveduto a contattare altre cinque aziende nel settore come McAfee e Symantec che hanno respinto ogni coinvolgimento in pratiche di questo tipo – ha evidenziato un fattore non troppo favorevole a EchoMetrix: il software sarebbe infatti a conoscenza dell’età esatta di ogni ragazzino, visto che ogni genitore avrebbe la possibilità di personalizzare il livello di difesa a seconda degli anni. Contro le oscenità della rete, dai corpi esposti senza veli, alle pratiche oscure del marketing.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 8 set 2009
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