Linus attacca Linux

Linus attacca Linux

Il creatore del pinguino si lamenta apertamente per le condizioni del suo kernel open source. Diventato grosso e intrattabile al di là delle sue aspettative e possibilità di intervento
Il creatore del pinguino si lamenta apertamente per le condizioni del suo kernel open source. Diventato grosso e intrattabile al di là delle sue aspettative e possibilità di intervento

Linus Torvalds è il creatore e attuale mantainer del kernel Linux, e se Linus Torvalds si esprime in termini non esattamente lusinghieri per la sua creatura c’è da ascoltare con attenzione. Interpellato durante il LinuxCon 2009 , una delle più celebrate figure del movimento open source non usa mezzi termini definendo il kernel del pinguino “gonfio e grosso”, a un livello al di là di ogni possibile intervento correttivo .

Sebbene Linux non sia sempre in cima alle classifiche di preferenza, in qualche modo relegato alla parte di comprimario nel “retrobottega” della sfaccettata infrastruttura dell’IT moderno, in quanto a complessità e bachi (tappati?) pare non essere secondo ai ben più chiacchierati Windows e Mac OS X: secondo uno studio presentato alla convention della Linux Foundation a ogni nuova revisione le performance del pinguino calano del 2 per cento, con una riduzione complessiva del 12 per cento nelle ultime 10 release.

L’anno scorso sono state aggiunte 2,7 milioni di linee di codice, quasi 11mila se ne aggiungono ogni giorno e di queste i mantainer del kernel (Torvalds in primis) ne cancellano più di 5.600. Torvalds dice di essere “un po’ triste perché non siamo assolutamente il kernel piccolo e iper-efficiente che avevo immaginato quindici anni fa”. Linux è diventato gonfio come un pallone , continua Torvalds, con una “spaventosa” quantità di memoria occupata dalla cache delle istruzioni ( icache ), ma almeno si è sin qui dimostrato “piuttosto stabile” in termini di bug.

“Troviamo i bug con la stessa velocità con cui li implementiamo – rivela il coder – anche se continuiamo ad aggiungere codice”. In quanto allo stato-mongolfiera del Pinguino, dice Torvalds, nessuno al mondo può oramai farci niente: “Non dico che sia una situazione accettabile – sostiene – Accettabile ed evitabile sono due cose diverse. È inaccettabile ma è probabilmente anche inevitabile”.

La necessità, data oggi per scontata, di far girare i sistemi operativi basati su Linux su una quantità praticamente sterminata di dispositivi (dai supercomputer terafloppici agli smartphone di grido di Motorola ) fa sì che il Pinguino risulti indigesto persino al suo creatore , sebbene il modello di sviluppo del sistema sia quantomeno migliorato dopo che Torvalds ha fatto la voce grossa con “molte persone” colpevoli di “fare le cose in modo da rendermi la vita più difficile”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 set 2009
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