Se il topo gioca a Quake

Se il topo gioca a Quake

Inusuale esperimento scientifico alla Princeton University: un ratto corre su una palla per districarsi in un labirinto del popolare sparatutto. E per fornire nuovi spunti alla neuroscienza
Inusuale esperimento scientifico alla Princeton University: un ratto corre su una palla per districarsi in un labirinto del popolare sparatutto. E per fornire nuovi spunti alla neuroscienza

C’è un topolino che sta correndo come un forsennato su una grande sfera bianca. Davanti a lui, uno schermo sta proiettando uno scenario che dovrebbe risultargli familiare, dato che si tratta di un topolino da laboratorio, destinato a fare da cavia per importanti esperimenti scientifici. La classica situazione in cui un roditore deve orientarsi all’interno di un labirinto. Solo che questo labirinto ha qualcosa di molto particolare: viene direttamente da uno dei livelli di Quake 2 .

L’inusuale esperimento è stato condotto da un gruppo di neuroscienziati alla Princeton University , nel tentativo di trovare un metodo alternativo per studiare l’attività neurologica di animali in movimento come appunto un topo in un labirinto. I ricercatori statunitensi hanno collegato alcuni sensori al cervello dell’animale, osservando i suoi movimenti attraverso gli intricati percorsi della realtà virtuale rappresentata dal videogame. Obiettivo, analizzare il modo in cui funzionano le singole cellule del cervello, particolarmente legate ai movimenti del corpo e alla percezione dell’ambiente esterno.

“Una delle maggiori aree di ricerca all’interno della neuroscienza – ha spiegato David Tank, coautore dello studio pubblicato recentemente sulla rivista Nature – è lo sviluppo di tecniche di studio del cervello a livello cellulare. Le stesse informazioni sul funzionamento del sistema nervoso sono contenute nell’attività individuale dei neuroni”. Gli scienziati di Princeton hanno in particolare tentato l’analisi approfondita dei neuroni posizionati nella zona dell’ippocampo , attivati nel momento in cui un animale si muove in un particolare ambiente.

“I neuroni si muovono avanti e indietro quando provate a misurare alcune cose – ha spiegato Tank – così abbiamo sviluppato un modo per tenere ferma la testa del topo, ma allo stesso tempo abbiamo osservato come il suo corpo continuasse a muoversi, esattamente come un suo simile all’interno di un labirinto vero e proprio”. Che il prossimo passo sia utilizzare come cavia un fan accanito dello sparatutto in prima persona?

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
16 ott 2009
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