La Casa Bianca si converte all'open

La Casa Bianca si converte all'open

Il sito istituzionale della presidenza Obama passa sotto un redesign tecnologico che lo traghetta verso un CMS a codice aperto. Si lodano trasparenza e risparmio, ma c'è chi teme per la sicurezza
Il sito istituzionale della presidenza Obama passa sotto un redesign tecnologico che lo traghetta verso un CMS a codice aperto. Si lodano trasparenza e risparmio, ma c'è chi teme per la sicurezza

Il sito Whitehouse.gov , la principale “vetrina” e portale di comunicazione della Presidenza statunitense è approdato all’open source. Ne saranno sicuramente rallegrati quanti, in questi mesi, hanno svolto un’intensa azione lobbistica per una maggiore considerazione del codice aperto nelle istituzioni USA , mentre per i semplici utenti il passaggio si prospetta del tutto trasparente.

Il sistema scelto dalla nuova squadra tecnologica di Obama è Drupal , uno tra i più noti e usati content management system open source già alla base di decine di migliaia di portali web grandi e piccoli. La prima caratteristica evidenziata da Macon Phillips (nuovo “media director” per la Casa Bianca) è la possibilità offerta da Drupal di “includere sempre più voci sul sito”, attraverso una tecnologia “allo stato dell’arte” che il governo sta contribuendo a sviluppare e raffinare.

Per gli utenti non ci sono stati cambiamenti sostanziali, dicono i funzionari statunitensi, e se – spiegano – la facciata è rimasta sostanzialmente intatta, le fondamenta sono completamente rinnovate con enormi vantaggi dal punto di vista della sicurezza. Se infatti con la tecnologia precedente occorreva uno staff apposito per controllare il codice alla ricerca di errori o falle, ora è un’intera community di utenti e sviluppatori a essere impegnata – per vocazione, interesse o semplice hobby – alla ricerca di bachi e possibili problemi sul sito .

Il passaggio della Casa Bianca a Drupal rappresenta un notevole riconoscimento per il mondo dell’open source ma anche un’ottima opportunità per tagliare i costi di gestione della piattaforma web, finora basata su una tecnologia proprietaria acquistata da George Bush verso la fine del suo mandato presidenziale. E se lo switch darà i frutti sperati, il team di Obama dice di essere pronto a convertire all’open source anche altri pezzi dell’amministrazione federale online.

Non tutto potrebbe però andare liscio come sperato, avverte qualcuno, perché se è vero che l’adozione di un CMS open source favorisce lo sviluppo e il rattoppo veloce del codice, è altrettanto vero che un sito sovraesposto come quello della Casa Bianca rappresenta un richiamo irresistibile per script kiddie, cracker e malintenzionati.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 ott 2009
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