Banda larga nelle zone svantaggiate

Banda larga nelle zone svantaggiate

Si accende una piccola miccia dopo l'ok del commissario europeo Mario Monti ad un intervento co-finanziato dello stato per agevolare la diffusione del broad band in quelle aree nelle quali le imprese non possono investire
Si accende una piccola miccia dopo l'ok del commissario europeo Mario Monti ad un intervento co-finanziato dello stato per agevolare la diffusione del broad band in quelle aree nelle quali le imprese non possono investire


Roma – C’è un po’ di maretta e un certo numero di punti di domanda attorno alla lettera che il commissario europeo Mario Monti ha inviato ieri al sottosegretario francese per lo sviluppo rurale, una lettera nella quale si afferma che in certe condizioni un intervento dello stato per la diffusione del broad band nelle aree svantaggiate non costituisce una violazione delle leggi europee sulla concorrenza.

Sembra poca cosa ma non lo è. Tanto che in Italia è arrivata poche ore dopo la reazione del ministro alle Comunicazioni Maurizio Gasparri che, dopo aver precisato di non aver ancora visto la lettera, ha affermato che comunque “aiuti alle imprese non credo che l’Europa li possa autorizzare”.

“Da quanto abbiamo appreso – afferma Monti nella lettera – le nuove infrastrutture sarebbero costruite e finanziate dallo stato che ne rimarrà proprietario. Come tale, un intervento del genere non confligge con i regolamenti europei”. Nello specifico, Monti rispondeva ad una esplicita richiesta delle autorità francesi in merito ad un intervento di “sostegno” nello sviluppo di infrastrutture broad band in aree “svantaggiate”, nelle quali le imprese del settore non hanno interesse ad investire. Il tutto con il co-finanziamento dei Fondi infrastrutturali europei.

Non si tratta di briciole in quanto la Commissione, nell’ambito del progettone eEurope 2005, ha allocato 10 miliardi di euro per iniziative a favore della riduzione del digital divide, iniziative in cui entrerebbero anche interventi presso aree non coperte dagli operatori del broad band.

“Se si tratta di favorire la diffusione della larga banda nelle zone a più basso reddito dove le imprese non andrebbero a fare un investimento – ha affermato Gasparri – è un altro discorso che anche io ho sempre sostenuto. Quindi dobbiamo vedere di che cosa stiamo parlando”. Gasparri ha precisato di vedere con favore lo “sviluppo della larga banda in tutto il territorio, così come prevede il programma europeo ” ma “si sta cercando di capire quale strumento adottare, come per esempio la minore tassazione, per favorire lo sviluppo della larga banda in queste aree”. Della cosa lo stesso Gasparri parlerà con il suo collega ministro francese alle TLC che inconterà venerdì.

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Pubblicato il
6 mar 2003
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