e-Bookcrossing in biblioteca a Parma

e-Bookcrossing in biblioteca a Parma

La Biblioteca Civica vara una iniziativa decisamente creativa che si avvale della rete per dar vita e ampliare il... passalibro. Per spingere chi è in rete a non dimenticare la carta
La Biblioteca Civica vara una iniziativa decisamente creativa che si avvale della rete per dar vita e ampliare il... passalibro. Per spingere chi è in rete a non dimenticare la carta


Roma – Tra le iniziative più creative che in questi mesi molte biblioteche italiane stanno realizzando per sfruttare al meglio le nuove tecnologie nel rapporto con il pubblico e per la diffusione della cultura si segnala quella della Biblioteca Civica di Parma, una iniziativa di “bookcrossing”.

“Le regole sono tre – spiega il sito dedicato – leggere un buon libro, dare notizia del suo ritrovamento, lasciarlo per un nuovo lettore in un luogo che si ritiene più propizio o simbolicamente legato al contenuto del libro scelto confidando nella buona fede di chi, trovandolo lo rimetta in circolo, dopo averlo letto e commentato. I bookcrosser (traghettatori di libri) fanno circolare libri come messaggi nelle bottiglie. Li lasciano sul tavolino di un caffè, sui gradini di una scuola, nei box delle fototessere, sulle panchine di un parco in attesa che un nuovo lettore li scopra”.

L’iniziativa, che riprende altre simili operazioni che soprattutto negli USA stanno conoscendo un discreto successo, si avvale di internet non solo per diffondere la notizia della sua esistenza ma anche perché online è possibile lasciare messaggi e persino scaricare una etichetta che può essere utilizzata da chiunque abbia il desiderio di ampliare il “passalibro” di propria iniziativa.

“Speriamo – scrive una delle responsabili del progetto, Fiorenza Bernardi, in una mailing list dedicata – di far “approdare” i lettori/navigatori alle pagine di una biblioteca, farci conoscere, creare in futuro una comunità, non solo virtuale, che possa apprezzare le iniziative di promozione alla cultura e alla lettura che avvengono nelle biblioteche, spesso così vicine alle loro case e ai loro computer, ma così lontane ai loro pensieri”.

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Pubblicato il
6 mar 2003
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