USA, la satira viola il copyright

USA, la satira viola il copyright

Una lettera firmata dal presidente della Camera di Commercio statunitense scatena un putiferio in rete. Si tratta di una parodia che avrebbe violato il DMCA con un'appropriazione indebita del trademark
Una lettera firmata dal presidente della Camera di Commercio statunitense scatena un putiferio in rete. Si tratta di una parodia che avrebbe violato il DMCA con un'appropriazione indebita del trademark

C’è una breve lettera scritta da Thomas J. Donohue, presidente e CEO della Chamber of Commerce statunitense, datata 19 ottobre scorso. Descrive uno scenario di morte e carestia causato da terribili sconvolgimenti climatici su scala globale, che potrebbe diventare realtà entro i prossimi cinque anni qualora il mondo non si decida a ridurre drasticamente l’emissione di carbonio Parole preoccupate e decise che, tuttavia, hanno destato più di una perplessità: la Camera di Commercio statunitense si è opposta al disegno di legge Boxer-Kerry sulla riduzione di gas inquinanti nel paese.

C’è evidentemente qualcosa che non torna. Quelle non possono essere parole sgorgate dalla penna di Thomas J. Donohue. E infatti è così. La lettera è apparsa su un sito che sembra quello ufficiale della Camera di Commercio, ma non lo è . Si tratta infatti di uno spazio web aperto dal gruppo degli Yes Men , attivisti della Rete sempre pronti a smascherare l’avidità delle istituzioni e delle aziende attraverso quella che loro stessi chiamano correzione d’identità. Ovvero aprire siti ricalcati su quelli ufficiali per far finta che la World Trade Organization o George W. Bush abbiano qualcosa di molto importante da dire.

Si parla, insomma, di siti parodia, di satira a sfondo politico, economico e sociale. Ma l’ultima vittima in ordine cronologico degli Yes Men non sembra aver gradito l’ironia : poco dopo la sortita del gruppo ha iniziato a circolare una nuova lettera, questa volta autentica e molto più seria. L’ha spedita Michael Kelly, dello studio legale Kenyon & Kenyon , all’attenzione di Mike Leber, presidente di Hurricane Electric ovvero il fornitore di servizi di hosting di May First/People Link che, a sua volta, ha dato asilo al sito parodia degli Yes Men .

“La Camera di Commercio degli Stati Uniti detiene numerosi diritti d’autore incluso, tra gli altri, quello relativo al design del suo sito ufficiale”. Fino a qui, nulla di particolarmente nuovo, ma la lettera dello studio legale ha proseguito: “La Camera ha recentemente appreso dell’esistenza di un sito che viola il copyright attraverso la riproduzione fedele di immagini, loghi, design e layout che appartengono al sito ufficiale uschamber.com “. E dato che si tratterebbe di una violazione del Digital Millennium Copyright Act (DMCA), il provider dovrebbe smetterla immediatamente di fornire connettività al sito.

Non è finita. Nel soddisfare le richieste della Camera, Hurricane Electric ha esagerato, andando non solo a tagliar fuori il sito in questione, ma anche una serie di 400 siti legati a May First/People Link , colpevoli soltanto di essere accomunati con gli Yes Men per via del provider. Al momento, tuttavia, il sito del gruppo di attivisti è solidamente in piedi, ma c’è una trama oscura che ha iniziato ad aleggiare sulle loro ironiche teste. La Camera di Commercio ha depositato una causa legale per appropriazione fraudolenta di proprietà intellettuale. L’utilizzo del DMCA si fa sempre più controverso.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 ott 2009
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