UK, provider anti-disconnessioni

UK, provider anti-disconnessioni

TalkTalk contro la cura Mandelson al file sharing illecito: violerebbe i diritti umani perché non assicura la presunzione di innocenza. E anche British Telecom si preoccupa per le ghigliottine pronte nel Regno Unito
TalkTalk contro la cura Mandelson al file sharing illecito: violerebbe i diritti umani perché non assicura la presunzione di innocenza. E anche British Telecom si preoccupa per le ghigliottine pronte nel Regno Unito

Come era piuttosto prevedibile, il già acceso dibattito sulle urgenti misure invocate dal Segretario di Stato Lord Mandelson nei confronti del downloading illegale si è ampliato, coinvolgendo con maggiore insistenza i provider britannici. In particolare TalkTalk, il secondo più grande fornitore di banda larga del Regno Unito, che ha recentemente minacciato l’avvio di un’azione legale qualora i piani di Mandelson sulle disconnessioni forzose nei confronti dei file sharer vadano avanti.

L’accusa mossa da TalkTalk, di proprietà di Carphone Warehouse e fornitore di connettività per oltre 4 milioni di netizen britannici, punta il dito contro quella che risulterebbe una colpevolezza sino a prova contraria a carico dei presunti pirati, che non sembrerebbero meritare la stessa tutela dei loro concittadini. “Questo tipo di approccio – ha spiegato Andrew Heaney, responsabile del settore strategico di TalkTalk – andrebbe a sostituire un normale processo con un rito abbreviato. Conducendo ad accuse decisamente sbagliate”.

Diritti umani e dottrina Sarkozy , dunque. La cura Mandelson al file sharing illecito prevede la disconnessione degli IP come ultima misura in seguito al ripetuto invio di messaggi d’avvertimento all’utente colto a violare il diritto d’autore. Il Segretario britannico si aspetta una riduzione delle attività illegali di p2p di circa il 70 per cento entro l’estate del 2011 , spiegando che solo i recidivi verranno colpiti con la disconnessione finale. Qualcuno, tuttavia, ha fatto notare che basterebbe un downloading ripetuto di tre brani a distanza di mesi per rientrare nella lista dei cattivoni della Rete.

“TalkTalk continuerà a resistere alla proposta di imporre misure estreme ai suoi utenti – ha continuato Heaney – a meno che l’imposizione non provenga da un tribunale”. Preoccupato allo stesso modo quello che risulta essere il più grande provider britannico, British Telecom, che si è dichiarato particolarmente interessato a capire se l’eventuale vittima della disconnessione abbia la possibilità di essere sottoposta ad un regolare processo prima della sforbiciata delle autorità.

Di parere contrario Tony Ballard, legale della società Harbottle & Lewis specializzata nel settore dei media: la questione dell’eventuale violazione dei diritti umani attraverso le disconnessioni sarebbe già stata risolta dalla Corte di Giustizia europea. “Una causa spagnola legata al file sharing aveva già deciso che i diritti fondamentali degli utenti non sono assoluti – ha sostenuto Ballard – ma devono essere bilanciati con quelli altrui, incluso i detentori dei diritti”. Quello che secondo lui rimane da capire è chi sarà responsabile della decisione finale di ghigliottinare le connessioni. Boia cercansi.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 30 ott 2009
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