Quale Authority per le Comunicazioni?

Quale Authority per le Comunicazioni?

Se lo chiede un lettore dopo la revisione del listino di Telecom che, di fatto, non elimina la sudditanza degli altri operatori. Il tutto a spese dell'utente finale
Se lo chiede un lettore dopo la revisione del listino di Telecom che, di fatto, non elimina la sudditanza degli altri operatori. Il tutto a spese dell'utente finale


Roma – “La Montagna ha partorito il topolino”, verrebbe da dire a proposito del nuovo listino delle tariffe di interconnessione Telecom Italia per gli altri operatori. E’ stato un parto difficile, in alcuni momenti è sembrato un giallo, perché Pompei (Wind) ha visitato l’Authority mentre discuteva di questo, e Tronchetti Provera ha telefonato per protestare, con botta e risposta, smentite e polemiche tra Wind, Telecom Italia e l’Authority presieduta da Cheli.

Alla fine è arrivato il nuovo listino, una sforbiciata, che non preoccupa eccessivamente Telecom Italia, e che va incontro, parzialmente, alle richieste dei gestori alternativi che possono tirare il fiato, anche se la situazione italiana è quella di una pseudo-concorrenza: Wind è stata praticamente mollata dai suoi azionisti, Enel e France Telecom, che hanno già le loro gatte da pelare, e rischia di essere smembrata con una parte, la telefonia mobile, ad H3G; Edisontel e Atlanet fuori gioco per la crisi Fiat; Albacom frenata dal conflitto di interessi di Berlusconi; Fastweb a corto di mezzi finanziari e costretta a limitare la sua offerta alle grandi metropoli.

Gli sconti sul listino delle tariffe che Telecom Italia fa pagare ai suoi concorrenti non si tradurranno in sconti per i clienti finali e, forse, nemmeno in investimenti per ampliare le Reti ma daranno sollievo a banche ed investitori che si erano buttati con entusiasmo sulla liberalizzazione della telefonia e non hanno più la pazienza di attendere qualche ritorno.

Eppure questa vicenda, con al centro l’Authority del settore, ha occupato per mesi le pagine dei giornali, mobilitando le attenzioni degli addetti ai lavori ma anche dell’opinione pubblica e dobbiamo chiederci se sia questo lo scopo per cui esiste un’Authority che pure sappiamo non costare poco.

In una situazione di concorrenza inesistente o quasi, per via del ruolo sempre predominante di Telecom Italia, dove i clienti pagano le inefficienze e i ritardi del vecchio ex monopolista più quelli dei nuovi gestori, come si può capire leggendo le tante e-mail di protesta dei lettori di Punto Informatico, Zeus News e tante altre voci indipendenti del Web, sia sui servizi innovativi come l’Adsl che sul servizio telefonico di base, il ruolo dell’Authority andrebbe ridefinito e i Corecom regionali con le loro competenze specifiche in materia di telefonia dovrebbero darsi una mossa.

Ai clienti italiani dei servizi di Tlc serve a poco un’Authority immobilizzata per mesi in inconcludenti trattative sui prezzi tra gestori che riguardano solo i bilanci di queste imprese ma deve puntare ad essere un osservatorio puntuale, incalzante e veloce della qualità offerta e percepita dai clienti telefonici: tempi di attivazione dei servizi, tempi di evasione dei reclami, di riparazione dei guasti, tempi di accesso ai servizi di assistenza e qualità della risposta fornita, qualità e prezzi dei servizi a valore aggiunto.

Tra l’Authority che discute di prezzi e l’esistenza concreta dei clienti alle prese con rimbalzi di responsabilità dei gestori, addebiti ingiustificati ed impossibilità a contestarli, servizi di assistenza che non rispondono e quando lo fanno danno risposte insoddisfacenti, che non riescono ad avere l’Adsl, nemmeno con la raccomandazione, c’è un divario che va colmato.

Si discute tanto di una nuova riforma delle Authority indipendenti(si spera per non vincolarle di più ai Governi), speriamo che non sia solo una disquisizione astratta di regole e poteri ma ponga al centro queste concretissime urgenze.

Pier Luigi Tolardo

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Pubblicato il
10 mar 2003
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