La UE punisce gli imbroglioni delle suonerie

La UE punisce gli imbroglioni delle suonerie

Terminate le investigazioni su centinaia di siti in tutta Europa. Castigati quelli che non si attenevano alle disposizioni comunitarie
Terminate le investigazioni su centinaia di siti in tutta Europa. Castigati quelli che non si attenevano alle disposizioni comunitarie

Sono serviti due anni per completare le indagini che hanno portato alla chiusura di 54 siti di suonerie per cellulari che agivano al di fuori delle norme comunitarie. Degli oltre 500 portali scandagliati dalle autorità europee circa il 70 per cento non rispettava la legge. Ora, fra multe milionarie e oscuramenti , l’Unione Europea tira le somme.

L’infrazione più comune era la presenza di banner pubblicitari ingannevoli, che avrebbero convinto molti utenti inesperti a scaricare suonerie credendo si trattasse di operazioni gratuite nonostante in alcuni casi venissero addirittura richiesti i dati della propria carta di credito. Tale comportamento ha dapprima suscitato le ire di molti genitori, i quali hanno dato vita ad una protesta che a sua volta ha innescato le azioni della Commissione Europea.

Il commissario Kuneva ha espresso la propria soddisfazione circa gli esiti dell’inchiesta, sottolineando che “i giovani non dovrebbero cadere vittime di truffe come la pubblicità ingannevole”.

Romania, Austria e Ungheria guardano dall’alto gli altri stati dell’Unione in questa poco onorevole classifica, mentre Irlanda, Portogallo e Slovacchia ne escono con la fedina penale candida. L’Italia ha ottenuto tutto sommato un buon piazzamento: su sette siti controllati, quattro hanno manifestato irregolarità. Inoltre sono state inflitte sanzioni a nove aziende (Telecom Italia, Vodafone, Wind, Dada, Zed, H3G, Zeng, Fox Mobile e Tuttogratis) per un totale di 2 milioni di euro.

In molti casi i gestori dei siti incriminati omettevano alcune informazioni necessarie alla comprensione dei termini di servizio: gli utenti si registravano inconsapevolmente in un elenco di abbonati ai quali a cadenza fissa veniva poi spedita una suoneria, addebitandone ogni volta il costo sulla bolletta del telefono. Complesse, inoltre, a giudizio della Commissione le procedure di disattivazione.

Nonostante questo duro intervento delle autorità garanti, il mercato delle suonerie in Europa sembra andare piuttosto bene: il 29 per cento contenuti multimediali venduti è costituito da toni musicali, che consentono un ricavo da più di 690 milioni di euro.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
18 nov 2009
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