Lily Allen: fai il pirata, ma fatti pagare

Lily Allen: fai il pirata, ma fatti pagare

Rotto un silenzio che durava da tempo: la cantante pop di Londra torna sul suo argomento preferito, la violazione del copyright. Nessun problema se si distribuiscono dischi masterizzati, purché non li si regalino
Rotto un silenzio che durava da tempo: la cantante pop di Londra torna sul suo argomento preferito, la violazione del copyright. Nessun problema se si distribuiscono dischi masterizzati, purché non li si regalino

Nel momento in cui il Segretario di Stato britannico Lord Mandelson ha proposto una linea dura nei confronti della comunità del P2P, il dibattito sul file sharing nel Regno Unito si è nuovamente infiammato. Ministri, opinionisti e organizzazioni come Electronic Frontier Foundation hanno espresso il proprio scetticismo, ma evidentemente questo non è bastato affinché si potesse veramente parlare di dibattito. E allora la cantante pop Lily Allen ha deciso di rompere un silenzio che durava da troppo tempo, per affrontare con rigenerata autorevolezza lo spinoso argomento della pirateria musicale .

Nel corso di un’intervista rilasciata a Key103 , stazione radiofonica di Manchester specializzata in pop contemporaneo e dance music, Lily Allen è tornata a commentare il fenomeno delle canzoni rubate dagli utenti della Rete, questa volta lasciando ai posteri un’osservazione che potrebbe cambiare per sempre il volto del file sharing. “Se qualcuno si mettesse ad offrire una copia masterizzata del mio disco ad un prezzo fissato, ad esempio 4 sterline – ha spiegato la cantante di Londra – io non avrei alcun problema, dal momento che la persona che acquisterà la copia attribuirà un valore alla mia musica”.

Un consiglio non privo di un certo senso pratico, evidentemente partorito nel periodo in cui Allen è stata assente dalle scene web, dopo essersi staccata da tutti i canali di comunicazione online con i suoi fan. “Sono una neo-luddista, addio”, recitava il suo ultimo intervento su Twitter il 28 settembre scorso. La decisione era stata presa dopo una vistosa debacle accaduta al blog It’s Not Alright , pulpito digitale da cui Allen predicava contro colleghi più aperti e morbidi nei confronti dei cattivoni del P2P.

Qualcuno ha fatto notare che a Lily Allen andrebbe spiegata la differenza sostanziale tra prezzo di un bene e valore di un bene, rimarcando come il recente suggerimento della cantante suoni più o meno come un invito alla contraffazione, purché sia a fini di lucro. Regalare un suo disco masterizzato, quella sì che risulterebbe una pratica spregevole. Tornando ad argomenti più seri, le illuminazioni di Lily Allen potrebbero aiutare non poco artisti famosi e iperscaricati come Lady Gaga.

Stando a dati recenti , il suo brano Poker Face è risultato uno dei più popolari su Spotify, sito di streaming gestito dalle sorelle del disco, in primis da Sony BMG. Poker Face è stato tra i più scaricati in un periodo di cinque mesi, arrivando all’invidiabile cifra di un milione di download effettuati. Quanto ha fruttato tutto questo clamore di click a Lady Gaga? Circa 167 sterline, 113 euro .

“È una cosa disgustosa – ha dichiarato il rapper svedese Dogge Doggelito – noi musicisti siamo privi di diritti”. In aggiunta, il rapper ci ha tenuto a precisare che Lady Gaga avrebbe guadagnato molto di più a guidare un taxi non autorizzato. Qualcuno ha poi insinuato che il denaro proveniente dalle royalty sarebbe comunque stato utilizzato dalla cantante per svuotare in venti minuti un mini-bar. O magari usato in maniera più nobile: per comprare cd pirata di Lily Allen.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
24 nov 2009
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