Garante: con gli MMS non si scherza

Garante: con gli MMS non si scherza

Guai a chi pubblica MMS su internet senza aver richiesto il consenso di chi è ritratto nella foto. Guai a chi manda MMS in giro senza autorizzazione. Nessun problema solo a chi li manda alla mamma. Monito dell'Autorità anche ai gestori
Guai a chi pubblica MMS su internet senza aver richiesto il consenso di chi è ritratto nella foto. Guai a chi manda MMS in giro senza autorizzazione. Nessun problema solo a chi li manda alla mamma. Monito dell'Autorità anche ai gestori


Roma – Mandare da un videocellulare una piccola foto o un breve filmato alla mamma non rappresenta un reato, al massimo rappresenta una piccola carognata, vista la bassa qualità di foto e filmatini. Il Garante ha infatti spiegato nei giorni scorsi che trasmettere immagini ad un parente o ad un amico, o comunque ad una ristretta cerchia di persone, non costituisce un illecito.

Diverso invece è il discorso per chi crede, con gli MMS, di aver trovato un nuovo giochino anti-privacy: non si possono infatti pubblicare in internet immagini di soggetti che non abbiano dato il proprio consenso né si possono mandare quelle immagini ad una grande quantità di persone, magari per farne una catena di MMS come già accade in internet con le email.

Sebbene gli MMS costino ancora tantissimo e alti siano i prezzi dei videocellulari, il Garante per la privacy italiano ha deciso comunque di intervenire in modo “preventivo” emanando una serie di “istruzioni per l’uso” che riguardano tanto gli utenti di telefonia mobile quanto i gestori. L’idea del Garante è che a guidare le azioni dei possessori di videocellulari debba essere prima di tutto il buon senso. Seguono, in ordine logico, le tutele del codice civile e di quello penale dell’immagine, della reputazione e della riservatezza delle persone. Seguono anche la legge sul diritto d’autore nonché, naturalmente, quella sulla privacy.

Tutto questo si condensa in un piccolo coacervo di linee guida che è bene seguire se non si vuole incorrere in sanzioni, che possono essere anche pesanti, per aver giocato sporco con le fotine catturate da costosi apparecchi hi-tech. In particolare, non è lecito mandare immagini oscene a chicchessia, perché esistono tutele sul destinatario di una comunicazione, così come è senz’altro reato inviare pornografia ad un minore (come accade via email con lo spam pornografico ). Allo stesso modo non si può ritrarre qualcuno a casa sua, prendendo la foto dall’esterno, e far girare quell’immagine. E’ un reato perché la vita privata è protetta dalla legge.

Diversa la situazione per i cittadini giornalisti, gli italiani di serie A, che non devono richiedere il consenso del soggetto ritratto, fatti salvi i dettami del codice deontologico dell’attività giornalistica. Non deve peraltro essere richiesto il consenso quando la pubblicazione di una foto riguarda: un personaggio pubblico in pubblico, quando il soggetto è ritratto mentre svolge un ruolo pubblico, quando l’immagine è strettamente legata ad eventi di interesse pubblico o quando sia giustificata da necessità di polizia.

Ma le decisioni del Garante riguardano anche i gestori telefonici e le prime polemiche sugli MMS. Di seguito i dettagli.


A chi fornisce servizi MMS, cioè ai gestori, il Garante ha ricordato che anche in questo ambito come in tutti quelli dei servizi di comunicazione è necessario porre al centro la tutela della libertà e della segretezza delle trasmissioni. Una foto scattata via MMS deve quindi essere considerata riservata e tutelata almeno quanto i contenuti di una telefonata, per quello che può significare, naturalmente, in un paese che ha in Europa il record di intercettazioni telefoniche.

Inoltre i gestori “che offrono la possibilità di rendere accessibili via Internet i messaggi MMS a destinatari che non dispongano di apparecchi mobili in grado di riceverli” devono considerarsi obbligati a cancellare quei messaggi non appena siano stati visionati dal destinatario.

Secondo il ministro delle Comunicazioni Gasparri, inoltre, “le regole che devono valere sono le stesse che disciplinano l’ uso di telecamere e macchine fotografiche. Anche per queste, infatti, devono essere osservate le regole che il garante della privacy ha indicato per gli MMS e i videotelefoni”. “Si tratta – ha detto Gasparri – di un fatto di modernità: non possiamo bloccare il progresso”

Va detto che l’iniziativa del Garante rappresenta una prima risposta rispetto a quella serie di problemi e polemiche scaturite dall’avvento degli MMS. Di recente, come si ricorderà, gli MMS erano stati equiparati ad un rischio pornografia dalla presidente della Commissione per l’Infanzia della Camera e i videocellulari sono stati “censurati” in certi ambienti, come gli spogliatoi delle palestre, in Scozia e in altri paesi.

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Pubblicato il
17 mar 2003
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